Una «svolta storica», un nuovo «segno dei tempi». Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani riecheggiano le parole della storica enciclica di Papa Giovanni XIII per commentare l'approvazione di ieri da parte della Terza Commissione dell'Onu della moratoria universale sulle esecuzioni capitali. «Crediamo - afferma il presidente Andrea Olivero - che questa storica approvazione della moratoria sulla pena di morte possa essere interpretata cristianamente come Giovanni XXIII fece per la Dichiarazione dei diritti umani nella Pacem in Terris. E cioè come profetico 'segno dei tempi', pur con tutti i suoi limiti, le ambiguità e le contraddizioni. Dopo anni vissuti a livello internazionale all'insegna della contrapposizione e dell'unilateralismo, sotto la minaccia dell'odio terrorista e della guerra preventiva, finalmente l'Onu torna a lavorare ed esprimersi per quello che è il suo scopo e la sua ragione d'essere: la promozione della vita e della pace».
«La moratoria è senz'altro una tappa di passaggio - aggiunge Olivero -, sappiamo bene che non ha potere vincolante e dobbiamo tra l'altro attendere dicembre per la votazione all'Assemblea dell'Onu. Ma l'appoggio di 99 paesi alla moratoria, in rappresentanza dei cinque continenti, crediamo possa essere considerato un punto di non ritorno. Oggi la cultura della violenza e della vendetta di Stato subisce una sconfitta storica. Si è compiuto un passo decisivo e irreversibile verso la tutela della vita e la civiltà dei diritti. Nonostante l'obiezione di alcuni Stati e le accuse di violazione delle sovranità nazionali, con il voto di ieri si è affermato in maniera inequivocabile che il diritto alla vita è un diritto universale e come tale non può che oltrepassare le barriere e le frontiere degli stati».
Le Acli, infine, sottolineano con particolare soddisfazione il successo politico registrato a livello internazionale dal Governo italiano, di cui viene apprezzato «l'impegno diplomatico profuso e lo sforzo di coinvolgimento dell'intera Unione europea». «Per chi, come le Acli, è da sempre impegnato per la pace e la promozione di 'tutti i diritti umani per tutti' - come recitava lo slogan dell'ultima marcia Perugia-Assisi - quest'azione politica e soprattutto il risultato raggiunto non può che essere motivo di grande soddisfazione e di speranza»