Nel 1971 e nel 1977 l'Assemblea generale aveva adottato due risoluzioni, in cui affermava che sarebbe stato "desiderabile" che gli Stati abolissero la pena di morte.

La risoluzione di ieri va oltre, in quanto chiede agli Stati che ancora mantengono la pena capitale "di istituire una moratoria sulle esecuzioni in vista dell'abolizione"; sollecita questi Stati a "rispettare gli standard internazionali che prevedono garanzie sulla protezione dei diritti delle persone che sono condannate a morte" e a "limitare progressivamente l'uso della pena di morte, riducendo il numero dei reati per i quali può essere imposta"; infine, chiede al Segretario generale di riferire all'Assemblea generale del 2008 sull'attuazione della risoluzione.

La decisione di ieri, adottata dal supremo organismo politico con la più ampia partecipazione di Stati, costituisce un chiaro riconoscimento della crescente tendenza internazionale verso l'abolizione della pena di morte, condiviso anche dal Segretario generale dell'Onu.
"Si tratta di un passo avanti decisivo verso un mondo libero dalla pena di morte" - ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. "La moratoria sulle esecuzioni è uno strumento importante per convincere gli Stati che ancora ricorrono alla pena di morte ad avviare un dibattito nazionale e rivedere le proprie leggi".

Sono 133 i paesi che hanno abolito la pena di morte nelle leggi o nella prassi. Nel 2006, solo 25 paesi hanno eseguito condanne a morte; il 91% delle esecuzioni ha avuto luogo in Cina, Iran, Iraq, Pakistan, Stati Uniti e Sudan. Il numero delle esecuzioni note ad Amnesty International, sempre nel 2006, è sceso a 1591, rispetto alle 2148 registrate nel 2005.

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