In testa alla lista dei paesi con maggiori responsabilità ci sono gli Stati Uniti, lo stato più inquinante al mondo e l'unico paese industrializzato insieme all'Australia che non ha ancora ratificato il protocollo di Kyoto. Qui le emissioni di CO2 sono aumentate di un ulteriore 1,3 per cento rispetto al 2000 e del 15,8 per cento rispetto al 1990, arrivando nel 2004 a quota 7 miliardi di tonnellate.
"Sul fronte delle emissioni poi, - continua il presidente di Legambiente - è altrettanto evidente come le tensioni introdotte dall'incremento del prezzo del petrolio hanno visto un maggiore ricorso al carbone soprattutto nell'industria termoelettrica. Dunque non è un sproposito sostenere che Enel ha le sue responsabilità.
Parallelamente restano poco efficaci le politiche di contenimento dei consumi, di miglioramento del sistema dei trasporti e di generazione da fonti rinnovabili".
In Italia infatti, gli aumenti più consistenti di emissioni hanno riguardato i trasporti (+27,5%) e la produzione di energia termoelettrica (+17%). L'aumento complessivo è arrivato al 13% portando a circa il 20% le riduzione da realizzarsi da oggi al 2012.
"Ultima osservazione, ma non meno importante, - conclude Roberto Della Seta - riguarda il cosiddetto carbone pulito. Conti batte la strada di altri esponenti politici del nostro governo che sostengono in maniera anacronistica e incoerente la necessità di guardare alle moderne tecnologie per l'utilizzo del carbone pulito in quanto possibilità concreta di contenere i futuri rialzi del prezzo dell'energia e contribuire alla stabilità del sistema. Un enorme ossimoro, simbolo di una politica e di un'industria antiquata e incapace di proporre soluzioni innovative. Servirebbe più coraggio".