Nasce il Comitato per la verità sui traffici nazionali e internazionali di rifiuti e materiali radioattivi, promosso da Legambiente e sostenuto da politici dei due schieramenti, magistrati e giornalisti. Obiettivo: fare piena luce su quei fatti che hanno interessato a vario titolo l'Italia, in particolare tra la metà degli anni Ottanta e la metà Pesca al tonno degli anni Novanta. «Il Comitato chiede il massimo sostegno alla magistratura nelle indagini ancora in corso - ha spiegato Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente, presso cui avrà sede il Comitato - sia per affondamenti delle cosiddette navi dei veleni sia per presunti traffici di materiali radioattivi».
Tra le altre richieste, la realizzazione di un'approfondita campagna di monitoraggio nei siti marini dove si presume siano avvenuti gli affondamenti, con il supporto tecnico dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e l'immediata costituzione della Commissione d'inchiesta sulla morte della giornalista Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin. Tra gli ospiti Francesco Forgione, presidente della Commissione Antimafia e il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, insieme ad alcuni dei promotori, come l'Paolo Russo, ex presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e i giornalisti Luciano Scalettari, Barbara Carazzolo e Alberto Chiara.
«In questi anni, tutte le persone impegnate affinché fosse accertata la verità sugli affondamenti sospetti di navi lungo le coste italiane e i traffici di rifiuti e materiali radioattivi - ha spiegato Enrico Fontana - hanno avvertito e qualche volta subito un clima di ostilità, di ostruzionismo se non di vera e propria minaccia. La convinzione maturata in questi anni è che sull'insieme delle vicende oggetto di indagini giudiziarie, attività d'inchiesta parlamentare, dossier e reportage giornalistici, gravi una sorta di "congiura del silenzio", tesa ad evitare o depistare gli indispensabili accertamenti».