Trasmettiamo di seguito il testo del comunicato stampa stilato dal Centro Astalli di Trento a margine del workshop su "lavoro irregolare e lavoro povero in Trentino" tenutosi venerdì mattina presso la storica Casa di ospitalità "S. Francesco" situata a Trento Nord.
A questo workshop del Centro Astalli di Trento hanno preso parte i rappresentanti delle maggiori istituzioni pubbliche, private e delle società civile interessate e impegnate nel e per il mondo del lavoro. Hanno partecipato all'appuntamento l’Agenzia del Lavoro e il Servizio Lavoro della Provincia Autonoma di Trento, la CGIL, la UIL, la SBM, l’Associazione degli Artigiani e delle Piccole imprese di Trento, la ColDiretti, la CIA, ConfIndustria, la Federazione trentina delle Cooperative, la APPM, le cooperativa Progetto 92 e Arcobaleno, infine alcuni avvocati del foro di Trento esperti di giuslavoro.
Segue il testo ufficiale del comunicato stampa redatto dal Centro Astalli di Trento.
- Va ancora avanti l’impegno contro lo sfruttamento lavorativo dell’associazione Centro Astalli Trento Onlus, che si occupa di accoglienza ai migranti. Il tema è importante perché, secondo quanto afferma l’associazione, non esiste un ‘noi’ e un ‘loro’ quando si parla di sfruttamento dei lavoratori: il problema riguarda tutti, lavoratori trentini, italiani e stranieri, da tutelare e proteggere contro chi voglia arricchirsi sfruttando la loro fragilità.
Con questa missione in mente, dopo una lunga collaborazione con l’associazione Libera contro le Mafie, che ha prodotto conferenze e workshop destinati ai migranti e alla popolazione, e un campo estivo per ragazzi dai 18 ai 25 anni, il Centro Astalli Trento si rivolge ora agli addetti ai lavori.
Per questo venerdì 14 settembre è stato organizzato un workshop su lavoro irregolare, lavoro nero e lavoro povero in Trentino, rivolto a tutti coloro che si occupano di lavoro nei suoi differenti aspetti. Hanno aderito all’evento l’Agenzia Lavoro, il Servizio Lavoro, la CGIL, UIL, SBM, l’Associazione artigiani e piccole imprese della Provincia di Trento, Coldiretti, CIA, Confindustria, Federazione delle Cooperative, Progetto 92, APPM, la Cooperativa Arcobaleno e alcuni avvocati del lavoro.
Ma che cos’ha da dire a tanti addetti ai lavori un’associazione che lavora con i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, riguardo al tema dello sfruttamento lavorativo? Molto, come è dimostrato dalla forte affluenza al workshop. L’area integrazione del Centro Astalli Trento, infatti, da anni si occupa di orientamento al lavoro e formazione. In tanti anni di contatti con le aziende del territorio, l’associazione ha incontrato tanti datori di lavoro onesti e generosi, ma ha anche conosciuto il lato meno trasparente dell’offerta di lavoro in Trentino. Ci sono state persone che hanno cercato di approfittare della vulnerabilità e del bisogno dei migranti per offrire condizioni di lavoro scorrette, irregolari o addirittura fuorilegge. Ed è chiaro che i rischi in cui incorrono i migranti sono gli stessi in cui incorrono gli italiani che si trovano, per simile necessità e bisogno, ad avere a che fare con gli stessi datori di lavoro.
Queste esperienze hanno fatto maturare una riflessione, all’interno dell’area integrazione del Centro Astalli Trento. E da questa riflessione è nata la voglia di fare rete con le altre realtà del territorio, di informarsi e di informare, di mettere in campo azioni concrete di prevenzione e sensibilizzazione contro lo sfruttamento lavorativo.
Il workshop del 14 settembre ha incluso l’intervento del professor Riccardo Salomone, docente di diritto del lavoro presso l’Università di Trento e Presidente dell’ Agenzia del Lavoro. C’era un triplice obiettivo. In primo luogo, si è puntato a ragionare sul tema e sugli strumenti di contrasto da usare contro le forme di irregolarità in un'ottica di formazione e aggiornamento e, in secondo, a rafforzare ed estendere la rete fra i professionisti del lavoro, per facilitare la comunicazione e lo scambio reciproco. Ma è fondamentale anche sensibilizzare il territorio su questa tematica perché spesso sembra che queste problematiche non interessino la regione del Trenino; invece, purtroppo, fanno le loro vittime anche nelle nostre valli e c’è bisogno di cittadini, associazioni, comunità attente -.
Fonte: ConfiniOnline