Photo by Freepik   Spesso si sentono molte persone e organizzazioni lamentarsi che non ci sono abbastanza volontari o che questi si attivano per un’iniziativa e poi non si fanno più vedere. Un po’ come a dire che non ci sono più i volontari di una volta, quelli fedeli e votati alla causa sui quali si poteva contare sempre. Quale può essere lo snodo di questo tema che sembra ricorrente? In questi anni di attività ed esperienze nel peopleraising mi hanno portato a osservare la situazione da diversi punti di vista.

1. Volontariati

Il contesto si evolve intorno a noi continuamente ed inesorabilmente quindi anche il modo di fare volontariato cambia nel tempo. Non c’è più un unico modo, ma si può parlare di “volontariati” ovvero di modalità diverse di donare tempo. Le principali caratteristiche del cambiamento sono:
  • le persone si attivano per il bisogno sociale a cui rispondono e non più solo per l’appartenenza e il riconoscimento in un’organizzazione non profit,
  • lo fanno in modo saltuario per più organizzazioni diverse e con un orientamento più individualistico, cioè di acquisizione di esperienze e competenze personali, pur rimanendo il traguardo condiviso il bene della comunità.
 

2. #Maiunagioia

Le persone donando tempo e scelgono liberamente di farlo. S’impegnano nel loro tempo libero, si aspettano di fare delle cose che gli interessano, che siano utili, che possano essere divertenti e di stimolo. È questa l’immagine che trasmettono le organizzazioni oggi? Le offerte di volontariato che vediamo in giro anticipano cosa andremo a fare, l’utilità e il bello di farlo? Non è solo una questione di comunicazione, fondamentale ma non sufficiente, si tratta anche del ruolo che diamo al dono all’interno delle nostre vite e dei contesti in cui lo agiamo.  

3. Chiedere e rilanciare

Vi viene sempre tutto in mente automaticamente o se qualcuno ve lo chiede e ricorda funziona meglio? Anche nel volontariato dobbiamo chiedere, anche se da dentro sembra ovvio e automatico, le persone non sanno che bisogni hanno le organizzazioni e i loro progetti, quali possono essere le cose utili da fare, che competenze possono servire. E dopo aver fatto una prima esperienza, le organizzazioni sono pronte a rilanciare? Ci sono delle azioni e delle proposte per rinnovare e riattivare la donazione? Avere un programma di lavoro dedicato alla ricerca, selezione e fidelizzazione dei donatori di tempo sarebbe forse un buono strumento per iniziare ad uscire da questa situazione di carenza dei volontari.   E Voi, desiderosi donatori di tempo in cerca di un progetto o già donatori all’interno di un’organizzazione, quale esperienza state vivendo?

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