La raccolta del petrolio fuoriuscito è iniziata, ma la situazione meteorologica, con forte vento (fino a 29 metri al secondo) e tempesta persistenti, rende difficile ogni intervento. Ci vorranno uno o due giorni per quantificare la reale gravità del disastro, ma il bilancio è già grave: il WWF riferisce che, secondo le autorità russe, sarebbero almeno 30.000 gli uccelli morti e 12 i chilometri di costa russa invasi dal petrolio. La morfologia delle coste, caratterizzate da spiagge basse e sabbiose, rischia di peggiorare la situazione favorendo la penetrazione del petrolio verso l'entroterra. Minori preoccupazioni desta invece la situazione dello zolfo, racchiuso in container che dovrebbero garantire una certa tenuta.
"Questo devastante incidente rischia di aggravare un'emergenza ambientale già conclamata nel Mar Nero, uno dei mari più inquinati e a rischio - dichiara Michele Candotti, segretario generale del WWF Italia - E' un incidente che invita ancora una volta ad aprire gli occhi sui rischi del commercio del petrolio, di cui il mare, nonostante decenni di gravissimi disastri ambientali, rimane come sempre la vittima sacrificale".
"L'incidente è una conseguenza naturale quando navi costruite per i fiumi vengono fatte navigare in mare - ha spiegato Alexey Knizhnikov, responsabile del Programma Petrolio e gas del WWF Russia - Le navi da mare, infatti, non possono entrare nei fiumi Don e Volga a causa della scarsa portata d'acqua, e nello Stretto di Kerch trasferiscono i loro carichi su navi da fiume.
Queste ultime, però, non sono in grado di sostenere la forza delle tempeste marine". "Per minimizzare le conseguenze della fuoriuscita di petrolio nel mare - dichiara Oleg Tsaruk, responsabile del WWF Russia/Caucaso - è importante istituire un comitato permanente Russa-Ucraina che coordini i servizi d'emergenza dei due paesi, non solo per ripulire le dispersioni di petrolio, ma soprattutto per prevenire potenziali incidenti.
Tutti erano stati avvertiti del sopraggiungere di una tempesta entro l'11 novembre, ma nessuno ha dato l'ordine di portare in posti sicuri le navi con carichi pericolosi". Il WWF si augura che questo incidente porti all'adozione di una legge che garantisca la sicurezza delle operazioni di gestione del petrolio nei mari e nei fiumi, simili all'Oil Pollution Act adottato negli USA dopo il disastro ambientale della Exxon Valdez nel 1989.