"Esortiamo i rappresentanti del Governo, del Parlamento e degli enti locali così come gli operatori dell'informazione a non indulgere a generalizzazioni, a non alludere a responsabilità collettive di un determinato gruppo di migranti e a non utilizzare un'inaccettabile identificazione tra povertà e propensione al crimine. Le istituzioni e i media hanno il compito di ?dare il buon esempio' e di garantire la sicurezza anche attraverso un atteggiamento chiaro e inequivocabile di rifiuto di ogni forma di violenza e di pregiudizio" - ha detto Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.
"In questo momento siamo vicini alla famiglia di Giovanna Reggiani, come a tutte le vittime di crimini e di violenza commessi nei confronti delle donne. La sua uccisione ci ricorda la necessità che i governi adottino azioni positive per fermare la violenza degli uomini contro le donne che, in Italia, secondo i dati ufficiali colpisce, a diversi livelli, una donna su tre. Approfittarne per esacerbare il dibattito sulle politiche migratorie significa dimenticare che tale violenza ha portata trasversale a elementi quali la cultura, la nazionalità e la condizione sociale e che non vi sono popoli o gruppi che possano considerarsi immuni" - ha proseguito Pobbiati.
La Sezione Italiana di Amnesty International si è detta sorpresa per il modo affrettato e reattivo con cui sono stati adottati provvedimenti di portata generale che modificano le norme relative alla permanenza sul territorio italiano e alle espulsioni dei cittadini dell'Unione europea.
L'organizzazione ha ricordato alle istituzioni che, secondo gli standard dei diritti umani stabiliti a livello internazionale e regionale, ogni espulsione deve essere adottata su base individuale e su presupposti chiaramente predefiniti e prevedere il vaglio da parte di un'autorità indipendente.