Da marzo 2007 gli enti italiani non hanno più avuto la possibilità di operare con le adozioni internazionali nella Federazione Russa perché hanno l'accreditamento scaduto. I documenti per la richiesta di rinnovo sono stati depositati dagli enti italiani al Ministero russo dell'Educazione e della Scienza entro giugno 2007, secondo i tempi e le modalità previste dal regolamento russo. Tuttavia, scaduti i tre mesi dalla presentazione delle pratiche previsti dalla legge russa, nessun ente italiano è stato riaccreditato. Non è andata così per gli enti di Stati Uniti, Francia, Spagna: lo scorso luglio il Ministero russo ha rilasciato, infatti, 16 accreditamenti rispettivamente a 7 enti americani, 2 francesi, 5 americani, 1 israeliano, 1 spagnolo.
Per tentare di superare questa empasse gli enti, Cifa, Ai.Bi, Arai (Agenzia Regionale per le Adozioni Internazionali della Regione Piemonte), Ariete, Airone, I Bambini dell'Arcobaleno, I Fiori Semplici, La Primogenita, Naaa, Nadia ed Sos Bambino chiedono un incontro con le istituzioni competenti al fine di trovare una soluzione il più veloce possibile, dato e considerato che ad oggi gli stessi enti mantengono attive le sedi estere senza poter neppure depositare le domande da parte delle coppie.
Di seguito riportiamo la lettera di richiesta, presentata dagli 11 enti lunedì 5 novembre:
"Rivolgiamo alle Signorie Vostre questo accorato appello affinché fissiate al più presto un incontro con le rappresentanze degli enti autorizzati per l'adozione internazionale e prendiate atto della disperata situazione che oggi viviamo nei rapporti con la Federazione Russa; situazione che esige un Vostro urgente intervento.
E' noto che da oltre un anno nessuna famiglia italiana possa più depositare domanda di adozione nella Federazione Russa, essendo scaduti gli accrediti di tutti gli enti italiani.
La Federazione Russa ha però rinnovato gli accrediti agli enti americani e a quelli spagnoli, il ché fa pensare come ad oggi l'Italia non abbia lo stesso potere politico né dell'America né di altri paesi europei, come Francia e Spagna, che da sempre hanno un rapporto privilegiato con le autorità in questione.
Il risultato è che ogni anno questi paesi godono di tempi di riaccreditamento molto più rapidi di quelli riservati agli enti italiani, e la verità è che non esiste ad oggi alcuna intenzione concreta da parte del governo russo di rinnovare gli accrediti all'Italia.
L'interessamento delle istituzioni italiane è stato sinora nettamente inferiore a quello degli Stati Uniti e degli altri Paesi europei che hanno attivato contatti ai massimi livelli istituzionali con il primo Ministro russo e con il Titolare del Ministero degli Interni e con quello dell'Istruzione; alcuni ambasciatori europei stanno colloquiando direttamente con il primo Ministro russo.
Gli altri Paesi europei hanno inoltre attivato modifiche procedurali che consentano ai loro cittadini di depositare la documentazione adottiva anche in questa fase. Analoga richiesta, peraltro ignorata, degli enti qui rappresentati giace da tempo presso la CAI.
Entro pochi giorni inizierà la campagna per le elezioni della Duma, e i Ministeri oggi interessati alle pratiche di accredito sospenderanno di fatto questo tipo di attività; dopo l'elezione della Duma e le successive vacanze di fine anno arriveremo molto vicino alla campagna per l'elezione del Presidente ed è facile comprendere che i problemi degli enti italiani passeranno in seconda fila nell'agenda dei lavori.
Le reti organizzative degli enti italiani sono il frutto di anni di lavoro e presso di loro sono impegnate centinaia di lavoratori che entro fine anno saranno licenziati, poiché non esiste alcuno strumento normativo che ci consenta di far fronte economicamente alle spese di mantenimento delle strutture in assenza di procedure di adozione.
Non ultimo le centinaia di famiglie italiane che fino ad oggi hanno potuto realizzare il sogno di un figlio adottandolo in questo Paese da oggi non potranno più farlo.
Gli enti autorizzati italiani, pur comprendendo il difficile momento politico, hanno assoluto bisogno di sapere se l'Italia vuole mantenere in vita le adozioni con la Russia o se, anche solo con l'inerzia, abbia deciso che non è più un interesse collettivo.
Preghiamo le Signorie Vostre di accogliere questo appello allo scopo di consentirci di presentare verbalmente le varie problematiche ed eventualmente poter contribuire con soluzioni operative che consentano di uscire da questa situazione di stallo."