Abeché (Ciad), 2 novembre 2007 - Il personale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), dell'UNICEF e dei loro partner operativi, dal 25 ottobre si sta occupando degli eventi di Abeché nel Ciad orientale, che hanno portato all'arresto dei membri di un'organizzazione non governativa (ONG) chiamata "Children Rescue/Arche de Zoe".

Le tre organizzazioni ed i loro partner stanno compiendo ogni sforzo per rispondere agli urgenti bisogni dei 103 bambini rapiti che sono attualmente ospitati presso l'orfanotrofio di Abeché.

Le circostanze inusuali che hanno portato all'arrivo dei bambini ad Abeché hanno richiesto azioni rapide per assicurarsi che i bambini vengano protetti tramite, ad esempio, la fornitura immediata di alloggi adeguati e di altri beni di prima necessità.

Data la giovane età della maggior parte dei bambini e dati i loro bisogni, le tre agenzie ed i loro partner - tra cui i volontari della Croce Rossa Ciadiana - si sono impegnati ad aiutare le autorità ciadiane fornendo loro vari beni di prima necessità, tra cui alimenti, materassi, sapone, vestiti, giocattoli, articoli per l'igiene e medicinali. Le tre agenzie, muovendosi nell'ottica di tutelare sopra ogni altra cosa gli interessi dei bambini, hanno cominciato a raccogliere informazioni sull'identità, l'età ed i luoghi d'origine dei bambini.

Funzionari delle tre organizzazioni hanno avuto colloqui individuali con i bambini, ascoltando attentamente le loro storie per poter mettere insieme informazioni preliminari sulle loro famiglie.
Questi dati iniziali serviranno a rintracciare i genitori o i parenti dei bambini in modo da poter far ricongiungere ogni bambino con la propria famiglia, consentendo quindi a ciascun bambino di continuare a godere di un'infanzia normale.

Il gruppo è composto da 21 bambine e da 82 bambini. Il più piccolo ha circa un anno di età, mentre il più grande ne ha circa 10. I colloqui avuti con i bambini - molti dei quali non hanno potuto fornire informazioni a causa della loro giovanissima età - portano al momento a ritenere che 85 di essi provengano con ogni probabilità da villaggi ciadiani vicini alle città di Adré e di Tine, lungo il confine tra Ciad e Sudan. Nel corso dei colloqui con gli operatori umanitari, 91 bambini hanno affermato che vivevano con la propria famiglia, composta da almeno un adulto da loro considerato un parente stretto.
Sono ancora in corso i colloqui con i 12 bambini rimanenti per raccogliere ulteriori informazioni con le quali rintracciare i loro parenti.

Le tre agenzie umanitarie stanno monitorando attentamente le condizioni dei bambini e la loro salute, ritenute soddisfacenti per il momento. Dall'arrivo nella cittadina, alcuni bambini hanno ricevuto cure mediche per problemi di poco conto.

Il team congiunto UNHCR-UNICEF-CICR, i loro partner e le autorità locali ciadiane operano insieme per poter delineare un quadro chiaro delle esperienze cui sono stati sottoposti i bambini e per scoprire chi sono e da dove vengono affinché si possa trovare la soluzione appropriata per ogni bambino.

L'assistenza fornita dalle autorità locali è in linea con i codici di condotta delle tre agenzie, che si basano sui principi dell'imparzialità e della non discriminazione. Dato il numero di bambini coinvolti, la loro giovane età e la situazione che regna nella regione, raccogliere informazioni per poter cominciare a rintracciare le famiglie dei bambini è un'impresa meticolosa e particolarmente difficile.
Scopo di questi colloqui con i bambini è raccogliere quante più informazioni possibili in tempi ridotti, stabilizzando allo stesso tempo le condizioni psicologiche ed emotive dei bambini.

Come primo passo le informazioni preliminari raccolte ad oggi dai bambini, ospitati sotto la responsabilità delle autorità ciadiane, devono trovare riscontro nei villaggi da cui provengono.
A questo scopo le informazioni sono state dunque condivise con il governo ciadiano. Nel corso delle prossime settimane, il CICR, l'UNHCR e l'UNICEF continueranno, con il sostegno dei propri partner, ad operare affinché venga trovata una soluzione rapida ed appropriata per ciascuno dei 103 bambini che permetta loro di tornare a casa, di ricongiungersi con le proprie famiglie e di vivere la vita di cui ogni bambino dovrebbe poter godere.

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