Il ministro Roberto Lavagna ha ribadito anche al Fondo monetario internazionale che l'Argentina non ha nessuna intenzione di riaprire un concambio per i circa 20 miliardi di dollari, rimasti fuori dalla ristrutturazione dei bond in default. Il Fmi ritornerà alla carica anche se, dopo il successo con il 76,07\% di adesioni ottenuto da Buenos Aires nella ristrutturazione dei bond senza la mediazione del Fondo, quest'ultimo non ha più molte frecce al suo arco per imporre i suoi diktat.
Tant'è che, giusto nel momento in cui Lavagna era negli Usa, la Gazzetta Ufficiale ha annunciato che le multinanzionali, francesi e spagnole, che gestiscono i servizi pubblici del gas e dell'energia elettrica, dovranno presentarsi ad 11 udienze pubbliche per discutere l'aumento delle loro tariffe.
Tali aumenti sono da tre anni l'altro grande contenzioso con il Fmi. Intanto chi si frega le mani per la soddisfazione sono gli investitori che hanno acquistato i bond in default a 26/27 dollari e in poche settimane, hanno guadagnato tra il 20 ed il 25\%.
Il Gazzettino, 9 marzo 2005