Roma, 23 ottobre 2007
"Un primo passo importantissimo.
L'Italia può guidare la battaglia contro queste sostanze". È soddisfatto Roberto Della Seta, presidente di Legambiente sulla votazione di questa mattina a Strasburgo che, di fatto, dà il via libera alla revisione della normativa Ue sui pesticidi. La Plenaria del Parlamento europeo, infatti, ha approvato in prima lettura e a larghissima maggioranza (455 voti contro 137 e 21 astenuti), una proposta che impone criteri ambientali e sanitari sull'autorizzazione alla commercializzazione dei pesticidi più rigorosi e restrittivi rispetto alla proposta legislativa della Commissione europea.
Secondo l'Assemblea, le nuove norme dovranno prevedere la sostituzione dei pesticidi più dannosi per l'ambiente e la salute con alternative più sicure. Inoltre, il testo approvato dall'Europarlamento prevede l'esclusione dal mercato dei pesticidi non solo cancerogeni, mutageni e teratogeni (che provocano malformazioni del feto), ma anche neurotossici, immunotossici e interferenti endocrini.
Allo stesso tempo è stata bocciata la proposta della Commissione di dividere l'Europa in tre macrozone - Nord, Centro e Sud - che impedirebbe a ciascun Stato membro il libero arbitrio sulle sostanze da vietare. "Questo primo risultato è un successo per la salute dei cittadini - aggiunge Della Seta -. A essere vietate sono sostanze che non dovrebbero proprio entrare nella catena alimentare europea dove risultano contaminati il 40% della frutta e della verdura vendute, con un campione su 30 fuori addirittura dai limiti di legge".
In Italia la percentuale scende al 30% di tutti i campioni di frutta e verdura analizzati, con un 1,3% oltre i limiti di legge, "Il nostro Paese però - conclude il presidente di Legambiente - è l'unico che ha vietato già una delle sostanze più temibili: il Carbendazim, un fungicida (distruttore endocrino) sospeso dal 2005 (DM 3.02.2005).
Per questo sarebbe auspicabile dal nostro governo un impegno in questo senso: eleggersi capofila nella battaglia contro i pesticidi già dal prossimo appuntamento quando cioè se ne discuterà al consiglio dei Ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura".
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