23/10/2007
Particolato, ozono, gas acidi: sono loro i nemici più insidiosi delle opere d'arte custodite all'interno dei nostri musei. Nemici invisibili, ma che lasciano su tele, bassorilievi e sculture tracce evidentissime, erodendo e scolorendo i dipinti, rigonfiando il legno, annerendo marmi e polverizzando le superfici.
Un problema che Legambiente ha voluto portare alla luce con un monitoraggio dell'inquinamento atmosferico all'interno delle gallerie d'arte, i cui risultati sono stati raccolti nel dossier "Salvailmuseo", presentato questa mattina ai Musei Capitolini a Roma nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, e Alberto Piantoni, amministratore delegato di Bialetti Industrie.

L'iniziativa, promossa nell'ambito di Salavalarte, la campagna nazionale di Legambiente per la salvaguardia del patrimonio artistico minore del Belapaese, realizzata con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali e il contributo di Bialetti Industrie, ha permesso di misurare le concentrazioni di alcuni tra i principali inquinanti in 15 musei (vedi tabella in calce). Tra i più esposti agli effetti delle sostanze inquinanti è risultato il Museo della navigazione fluviale di Battaglia Terme, in provincia di Padova, dove i livelli di ozono, che scolora le tele con lo stesso effetto dell'acqua ossigenata, sono stati di 20 volte superiori ai limiti di legge, anche a causa della vicina presenza di una strada statale ad alta percorrenza. Pesante anche la situazione registrata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove il livello limite di biossido di azoto (5 µg/mc) è stato superato di quasi 15 volte. Un po' inferiori, ma pur sempre preoccupanti, i risultati, sempre per quanto riguarda il biossido d'azoto, all'Istituto del Risorgimento italiano di Roma (10,60 volte), al Pac di Milano (9,3 volte) e alla Pinacoteca nazionale di Bologna (8,46 volte). Molto alto l'ozono anche al Museo delle Arti Orientali di Roma, che è di 18,55 volte oltre il limite di 2 µg/mc, al Galata di Genova (16,75 volte) e ai Capitolini di Roma (16,18 volte) (le analisi nei Musei Capitolini sono state realizzate grazie alla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma e a Zetema Progetto Cultura).

Tra gli inquinanti monitorati il biossido di zolfo (SO2) è quello che in generale presenta i livelli più bassi di concentrazione, essendo una sostanza prodotta dai combustibili usati per il riscaldamento e che quindi aumenta durante i mesi più freddi. Mentre più critica appare la situazione del biossido di azoto (NO2) e dell'ozono (O3), che sono risultati oltre i limiti di legge in tutti i musei.

"Le opere d'arte custodite nelle nostre gallerie sono esposte tutti giorni al rischio di degrado dovuto all'azione dello smog che soffoca l'aria dei centri urbani - ha spiegato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente -. Perché le strutture museali, pensate per proteggere i capolavori del passato dall'usura del tempo, non sempre riescono a sottrarsi alla pressione dell'inquinamento atmosferico, che penetra all'interno alterandone la qualità degli ambienti. Per questo lanciamo un appello ai responsabili dei musei italiani, a cui rinnoviamo la nostra disponibilità a collaborare, perché si impegnino accanto alle associazioni ambientaliste e a quanti lavorano per garantire alle città un'aria più pulita, in primo luogo per la salute dei cittadini, ma anche per la salvaguardia del nostro inestimabile e insostituibile patrimonio artistico".

"Bialetti Industrie partecipa a Salvalarte per il secondo anno consecutivo, perché considera questa campagna un'ottima opportunità per agire concretamente nei confronti del territorio in cui da anni operiamo e che ha saputo offrirci inesauribili e qualificate risorse e per migliorare le nostre performance in termini di etica e sostenibilità ambientale - ha detto Alberto Piantoni, amministratore delegato di Bialetti Industrie -. Abbiamo dato il nostro sostegno al progetto di studio sugli effetti dell'inquinamento atmosferico nei musei, perché riteniamo che promuovere nuove e più efficienti modalità di custodia della memoria storica, della bellezza e dell'ingegno del nostro Paese, sia doveroso per quanti, come noi, traggono quotidianamente ispirazione da questa eredità".

"Anche i musei romani soffrono di smog: gli inquinanti prodotti dal traffico cittadino non si fermano fuori dalla porta dei luoghi dove è conservato il nostro splendido patrimonio culturale - ha aggiunto Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. I limiti per gli ossidi di azoto e per l'ozono sono superati sia all'Istituto del Risorgimento Italiano, dove è fuori norma anche l'anidride solforosa, che al Museo delle Arti Orientali e ai Musei Capitolini. Quadri, sculture e anche gli stessi palazzi e monumenti si anneriscono vittime dell'inquinamento, un motivo in più per tutelare la Capitale con provvedimenti di limitazione del traffico più allargati e nuove pedonalizzazioni".

Oltre ad analizzare la qualità dell'aria, Legambiente insieme a ICOM (International Council of Museums) Italia ha realizzato uno studio per conoscere i musei dal punto di vista della gestione, dei finanziamenti, delle attività e delle iniziative di promozione, delle misure di prevenzione relative a rischio sismico e idrogeologico. Al questionario hanno risposto 190 musei sui 300 contattati, permettendo di tracciare un quadro abbastanza esauriente delle condizioni in cui versano.

Il 71% delle strutture denuncia carenze di personale (il 59% per mansioni di accoglienza e custodia, il 26% per le ricerche scientifiche e il 25% per attività tecniche), il 79% dei direttori afferma di fare iniziative di promozione e valorizzazione del museo, ma di destinarvi solo il 9% del bilancio. Per quanto riguarda la parte finanziaria, il 27,24% dei direttori dei musei non sono stati in grado di fornire informazioni, demandando il compito alle soprintendenze. Il 60% riceve contributi da altri enti, per il 78% basati sulla presentazione di progetti specifici. Il 50% dei musei riesce ad autogenerare risorse economiche per il 10% del bilancio, mentre solo l'8% riesce a generarne più dell'80%: il che significa che la maggior parte dei musei non produce risorse tali da essere indipendente da finanziamenti esterni.

Solo il 33% si è adeguato agli standard di sicurezza e ben il 51% non ha eliminato le barriere architettoniche. Ciò nonostante, nel 47% dei musei esistono percorsi specifici per disabili fisici, non vedenti e non udenti. Infine, il 70% non ha mai effettuato analisi della qualità dell'aria all'interno degli edifici. Il 73% conosce i rischi naturali e antropici del territorio in cui si trova (sismici, idrogeologici, industriali), il 47% sa dell'esistenza di un piano comunale di Protezione civile, ma solo il 32% è dotato di uno specifico piano di emergenza per la messa in sicurezza delle opere d'arte in caso di calamità e di questi solo il 52% ne ha testato il funzionamento.

Questi i prossimi appuntamenti di Salvalarte nel Lazio: il 26 ottobre a Bracciano (Rm) visita guidata al sito Santa Flora e convegno; il 27 a Cassino (Fr) banchetto per il recupero della chiesa della Madonna del Carmine distrutta dal bombardamento alleato del 1944, mentre a Frosinone visite guidate alla Fontana Bussi e all'area storico-archeologica. Dopodiché la carovana di Legambiente prosegue fino all'11 novembre, attraversando Umbria, Marche, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, per concludere il viaggio nuovamente nel Lazio, con la tappa di Cori (Lt) dove saranno riposizionate delle copie dei bacini ceramici, rimossi e restaurati nell'edizione 2006 della campagna.

Il dossier "Salvailmuseo" e il programma completo di Salvalarte 2007 sono scaricabili da www.legambiente.eu  

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