Amnesty International e ACAT - Burundi (Association des Chrétiens pour l'Abolition de la Torture - Associazione Cristiana per l'abolizione della tortura) chiedono al governo del Burundi di intraprendere azioni immediate ed efficaci per proteggere le donne e le bambine dallo stupro e da altre forme di violenza sessuale.

Sebbene lo stupro sia gravemente diffuso su tutto il territorio nazionale, le autorità del Burundi hanno sistematicamente mancato di prendere misure efficaci per prevenire, perseguire e punire questi crimini. Con il risultato che i responsabili regolarmente sfuggono ai processi e alle condanne dello Stato e le vittime sono lasciate sole senza alcuna protezione.
La diffusione dello stupro e di altre forme di violenza sessuale è particolarmente elevata in Burundi. Le bambine e le giovani donne sono particolarmente a rischio: il 60 per cento degli stupri denunciati sono infatti commessi contro minori.

"Oggi anche le bambine di tre anni sono vittime di stupro in Burundi" - ha denunciato Arnaud Royer, ricercatore di Amnesty International. "Lo stupro è la forma di violenza sessuale maggiormente denunciata in Burundi, è commesso da attori statali e non, ma sta diventando assai diffuso nello stesso ambito della famiglia e della comunità". Lo stupro era un fenomeno endemico durante il conflitto armato ma continua anche ora nonostante la fine delle ostilità.

Tra il 2004 e il 2006 circa 1346 donne all'anno hanno denunciato uno stupro o una violenza sessuale a Medici Senza Frontiere, una media di 26 a settimana. "Questi dati statistici sullo stupro in Burundi sono purtroppo parziali e rappresentano solo la punta di un iceberg; infatti non includono tutte quello donne che non possono raggiungere i presidi medici dopo essere state violentate" - ha affermato Royer. "Un gran numero di donne e bambine soffre in silenzio".

La situazione creata dall'attuale sistema giuridico per le vittime di stupro scoraggia le donne a iniziare e perseguire un'azione legale. Il sistema è particolarmente carente per le donne delle zone rurali che non sanno spesso come intraprendere un'azione legale e sono tagliate fuori da ogni assistenza psicologica e medica, fornita in Burundi da alcune Organizzazioni non governative.
Inoltre le donne sono stigmatizzate dalla loro comunità per aver reso pubblica la violenza di cui sono state vittima.

Le testimonianze raccolte da Amnesty International e dall'ACAT sono concordi nell'affermare che la vittima di stupro è generalmente emarginata dalla comunità e anche la sua posizione all'interno della famiglia è notevolmente compromessa: la donna viene derisa e umiliata e di solito ha ben poche possibilità di trovare un marito o un compagno. "Parecchie donne riferiscono del senso di vergogna provato dopo lo stupro.

La convinzione prevalente nella società burundese è che la colpa sia in qualche modo della vittima, per il suo comportamento o per il modo di vestire" - ha aggiunto il ricercatore dell'associazione.
Una donna emarginata dalla comunità viene spesso cacciata da casa e costretta a cavarsela da sola; in questi casi ha pochissime possibilità di sopperire ai suoi bisogni e vive in genere nella miseria più totale. "Il governo e le comunità locali devono sostenere le donne che sono state vittime di stupro.

La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e non può essere tollerata. Lo stupro è un crimine e i responsabili vanno assicurati alla giustizia e alle donne offerti aiuto e risarcimento" - ha concluso Royer.

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