17/10/2007 - PISA - ?Invisibili' ma comunque cittadini, portatori di diritti che bisognerebbe cercare di promuovere e tutelare: questa l'ottica con cui il "progetto Homeless", attivo nell'area di Pisa da dieci anni, guarda alle persone senza dimora. Un universo appunto invisibile, difficile - come è stato ribadito ieri a Pisa in un convegno di bilancio e prospettive future sul tema - da quantificare con precisione e da circoscrivere come problematica. In occasione della Giornata mondiale di lotta alla povertà, che ricorre oggi e della Notte dei senza dimora, Pisa ha dunque colto l'occasione per riflettere sul percorso realizzato e soprattutto porsi davanti alle nuove sfide. Nella seconda metà del prossimo anno "dovrebbe essere pronto il nuovo asilo notturno in Via Conte Fazio, i lavori sono avviati - ha detto oggi Paolo Fontanelli, sindaco di Pisa e presidente di Anci Toscana in apertura del convegno promosso dalla Società della salute della zona pisana in collaborazione con il comune e l'Asl 5 -, ma occorre portare avanti anche una battaglia dal punto di vista dell'approccio culturale perché le politiche sociali oggi non sono più facili di ieri, ci sono tendenze negative da contrastare".

Negli ultimi dieci anni ci hanno provato i soggetti riuniti in rete nel "progetto Homeless", nato da un'esperienza della Caritas e poi raccolto dal comune, che ha come soggetto titolare la Società della salute pisana e come attuatori vede lavorare insieme le cooperative ?il Cerchio', ?il Melograno', ?il Simbolo', così come la Caritas di Pisa, l'associazione ?Amici della strada', la Ronda della carità, la Comunità di Sant'Egidio. Una rete complessa per gestire una problematiche dalle tante sfaccettature. "Le azioni del progetto vengono portate avanti attraverso da un lato il centro di ascolto diurno e l'asilo notturno, dall'altro con l'unità di strada", ha spiegato Alberto Grilli, presidente della cooperativa ?il Simbolo', capofila del progetto. Lo sportello diurno e l'asilo notturno in questi dieci anni hanno contattato 1394 persone, di cui il 54% immigrate. Nel solo 2006, i tre settori del progetto - sportello diurno, asilo notturno e unità di strada - hanno contattato 5028 persone, registrando un aumento dei senza dimora intercettati per strada, l'asilo notturno sempre al completo, la crescita delle attività legate al centro ascolto diurno. Il solo gruppo di lavoro dell'unità di strada, invece, in questi dieci anni ha intercettato 1523 persone - che messe insieme alle altre 1394 fanno un totale di poco meno di 3mila persone -, italiane nel 52% dei casi. "La presenza delle persone senza dimora per strada è cresciuta soprattutto nel biennio 2005-2006 - ha precisato Grilli - le donne sono più numerose di quelle incontrate allo sportello diurno e all'asilo notturno, anche se in ogni caso è superiore il numero degli uomini. Tra gli immigrati prevalgono nord africani e rumeni, cresciuti questi ultimi tra il 2003 e il 2004, la presenza dei rom si rileva solo per strada e non allo sportello diurno né all'asilo notturno".

Tra le problematiche emerge soprattutto la mancanza di lavoro. Ma emerge anche che "mentre nel caso degli italiani l'assenza o la perdita del lavoro è una conseguenza delle problematiche - ha sottolineato Grilli - per le persone immigrate la casa, il lavoro, i documenti sono i problemi principali. E' da sottolineare anche che il problema della dipendenza coinvolge in ugual misura (22% circa) la popolazione immigrata e gli italiani".
Il bisogno di accoglienza è chiaramente quello maggiormente manifestato dalle persone contattate attraverso il progetto, e un elemento significativo arriva anche dalle 'residenze di soccorso': nel 2005 il comune di Pisa ha approvato un provvedimento per consentire alle persone senza dimora di ottenere il riconoscimento della residenza per provare a sviluppare un percorso di integrazione, con un ?indirizzo di soccorso' corrispondente a quello dell'associazione o della cooperativa che hanno aderito al protocollo d'intesa e che sono referenti dei singoli casi. Da allora sono state concesse residenze di soccorso a 22 persone senza dimora italiane e a 5 straniere.

Il coordinamento tra i moduli del progetto - sportello ascolto, asilo notturno, unità di strada - "è diventato un punto di forza, insieme al lavoro di rete, all'esperienza acquisita dagli operatori, al monitoraggio del territorio - ha aggiunto Grilli -. Ma occorre potenziare gli accompagnamenti, gli inserimenti lavorativi, i servizi esistenti, creare nuovi ?ponti verso gli inagganciabili'". La marginalità, che come sempre più spesso viene ribadito arriva a toccare anche le persone ?insospettabili', "è destinata ad aumentare perché siamo in un clima di ?libero mercato' - ha rilevato don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, intervenuto oggi al convegno - in cui soccombono coloro che non hanno potere contrattuale. Le istituzioni locali, i comuni, finiscono per essere correi, coinvolti in questa dinamica per cui si ha cura di chi è produttore e consumatore. Questo spiega perché le marginalità sono l'ultimo pensiero degli amministratori. Se non si inverte la tendenza prevarrà ?la tecnica', la logica degli esperti che vivranno e si arricchiranno di questo sistema". (sm)

Per saperne di più: www.progettohomeless.it

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