Tra i temi proposti dal Ministero dell'Istruzione per la prima prova della Maturità 2018 - comune a ogni indirizzo di studio della scuola superiore di secondo livello - spicca per importanza sociale e di welfare inteso come benessere quello dedicato a "i diversi volti della solitudine nell'arte e nella letteratura".
E' interessante dal mio punto di vista rilevare come una riflessione intorno a questo dato dell'esistenza umana venga proposta a una generazione - quella del 1999 - tra le più connesse e capaci di abitare il mondo odierno della iperconnettività globale.
Per equipaggiarne l'interpretazione e lo svolgimento gli autori della traccia suggeriscono una serie di elaborazioni artistiche del concetto di solitudine di inestimabile valore, che vedono brani tratti da "La vita solitaria" di Francesco Petrarca, opere realizzate dalla pittura realista di Edward Hopper e da quella espressionista di Edvard Munch, infine versi ripresi da componimenti quali "Ed è subito sera" di Salvatore Quasimodo, "Piccoli canti" di Alda Merini e infine "1965" di Emily Dickinson.
Questi spunti, uniti all'autorevole padronanza dei dispositivi informatizzati e iperconnessi tipica dei ragazzi del '99 di gran lunga più fortunati dei loro predecessori di un secolo prima, potrebbero restituirci letture aggiornate del fenomeno post-moderno della solitudine radicale, consentendo alla società civile di mettere in campo proposte capaci di riscoprirne il contenuto spirituale di fuga dal mondo disvelatoci dall'opera petrarchesca e quello estetico e artistico di espressione piena del disagio della modernità elaborato dagli altri autori sopracitati.
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