Amnesty International ha ricevuto credibili informazioni secondo le quali le Forze armate sudanesi (Fas) stanno ammassando mezzi e uomini in almeno sei centri del nord del Darfur, tra cui Tine, Kornoy, Um Baru e Kutum, attualmente controllati dai gruppi armati di opposizione, in vista di un attacco che dovrebbe precedere l'apertura dei negoziati di pace di Tripoli, il 27 ottobre.

L'organizzazione per i diritti umani teme che l'imminente offensiva possa provocare ulteriori vittime e costringere la popolazione locale alla fuga, in assenza di qualsiasi forza che possa fornire protezione e assistenza.
L'8 ottobre le Fas e le milizie filo-governative janjawid hanno attaccato Mujaheria, 130 chilometri a ovest di Haskanita (dove il 5 e 6 ottobre era stata assaltata la base dell'Amis, la Missione dell'Unione africana in Sudan, in un devastante attacco che aveva lasciato in piedi solo la moschea e la scuola locali), provocando almeno 40 morti. L'incursione da terra è stata supportata da un Antonov bianco (fornito nel settembre 2006 dalla Russia), camuffato da aereo delle Nazioni Unite.

Gli abitanti hanno cercato riparo presso la locale base dell'Amis, che a sua volta è stata attaccata da colpi di fucile e di mitragliatrice. La zona occidentale di Mujaheria è stata saccheggiata. Di fronte al divieto di effettuare voli militari nello spazio aereo del Darfur, le autorità sudanesi hanno spesso utilizzato l'Antonov, facendolo passare per un mezzo delle Nazioni Unite.
"L'ammassamento di truppe a nord e gli attacchi ad Haskanita e Mujaheria rendono sempre più urgente il dispiegamento della Missione congiunta Nazioni Unite-Unione africana (Unamid), con risorse e mandato adeguati per proteggere la popolazione civile. Nel frattempo, è indispensabile rafforzare la presenza dell'Amis inviando altro personale ed elicotteri" - ha dichiarato Tawanda Hondora, vice direttore del programma Africa di Amnesty International.

La presenza dell'Amis si sta rivelando palesemente insufficiente: i meno di 6000 peacekeeper (sui 7000 previsti) sono pericolosamente sparpagliati in un territorio grande quanto la Francia. Il governo sudanese ostacola spesso gli spostamenti dell'Amis, con la scusa che la situazione sul campo non è sicura. L'Amis è costretta a noleggiare gli elicotteri, i cui piloti peraltro si rifiutano molte volte di volare in Darfur.

"Sarebbe come tradire la popolazione del Darfur se, dopo tutti gli sforzi per avere una presenza dell'Onu sul terreno, la comunità internazionale manifestasse la stessa debolezza che ha contraddistinto in negativo la presenza dell'Amis e permettesse al governo sudanese di continuare a ostacolare i tentativi di proteggere i civili" - ha aggiunto Hondora.

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