La sezione curata da Amnesty International, intitolata "Focus sui diritti umani", prende in esame, attraverso film e incontri, il conflitto israelo-palestinese nel quarantesimo anniversario dell'occupazione dei Territori palestinesi e le conseguenze della "guerra al terrore".
Fra gli altri, sarà ospite di questa sezione del Festival il cittadino britannico di origine pakistana Ruhal Ahmed, arrestato, detenuto e torturato a Guantánamo per due anni senza alcuna accusa, la cui storia ha anche ispirato il film di Michael Winterbottom The Road to Guantánamo.
Alla "guerra al terrore" sono dedicati anche Outlawed, sulla pratica delle "extraordinary rendition", Gitmo, sul centro di detenzione di Guantánamo Bay e USA vs Al-Arian, sul caso di un docente palestinese a lungo detenuto negli Stati Uniti senza accuse.
Accanto alle forti denunce, nella sezione "Focus sui diritti umani" Amnesty International vuole raccontare anche storie che portino messaggi di speranza e presentino la volontà e la tenacia nel cercare forme di convivenza civile e di solidarietà anche in situazioni martoriate e di conflitto.
L'impatto di questo messaggio è rafforzato dalla possibilità di incontrare e dialogare non solo con i registi, ma anche con i protagonisti di alcuni dei documentari: il dottor Riyadh, medico sunnita al centro di My Country My Country, insieme ad altri due cittadini iracheni, un ingegnere e una studentessa, racconterà dei tentativi di ricostruzione della società civile a Baghdad; il regista israeliano Shai Carmeli Pollak e due attivisti palestinesi del villaggio di Bil'in parleranno della recente vittoria che ha visto affiancati israeliani e palestinesi nella lotta contro il muro: una sentenza dell'Alta corte di giustizia israeliana ha infatti deciso che il percorso del muro o barriera di sicurezza debba essere modificato e spostato all'esterno del villaggio di Bil'in.
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