MILANO - Vita dura per i giornalisti. "Gli editori puri non esistono più e c'è un contratto di lavoro scaduto da quasi mille giorni. Inoltre, il lavoro nelle redazioni è organizzato in modo tale che i giornalisti non possono più approfondire le notizie". È questa la radiografia dell'informazione oggi presentata da Letizia Gonzales, neo presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia, che ha aperto questa mattina a Milano il seminario "Miglioratori del peggio", organizzato da Redattore Sociale insieme a Cnca, Anffas, in collaborazione con il mensile Terre di Mezzo e il quotidiano on line Affari Italiani.
"I tempi della tecnologia non sono più i tempi della passione e dell'analisi - ha spiegato Letizia Gonzales-. Al giornalista viene chiesto di scrivere la notizia non solo per il giornale, ma anche per internet, per il notiziario sui telefonini e non ha il tempo per occuparsi di tutti gli aspetti dei fatti che racconta".

Il seminario di formazione, al quale si sono iscritti circa 150 giornalisti, cercherà di analizzare oggi e domani, attraverso tavole rotonde e workshop ( vai al programma ), il tema della responsabilità: "Crediamo che il giornalista responsabile -si legge nella presentazione del seminario-, non dovrebbe aver paura di portare alla luce anche gli aspetti positivi di una storia, di lasciar filtrare i segni di speranza che fanno parte, sempre, di ogni vicenda, comprese quelle peggiori". La presidente dell'ordine dei giornalisti della Lombardia è però scettica.
"Gli editori vogliono che i giornali producano solo business -ha sottolineato Letizia Gonzales-.Per il singolo giornalista è molto difficile sottrarsi a questo impostazione data dagli editori".

La tecnologia per i giornalisti sta diventando una gabbia. "Invece di aiutare nel lavoro, sta uccidendo la fantasia e non c'è più il tempo di verificare le notizie e vederle con i propri occhi -ha aggiunto Giovanni Negri, segretario dell'Associazione stampa lombarda-. Quello che conta è la notizia urlata, scavare fino al limite nella vita privata delle persone". Vanno in pagina o in onda solo i fatti più estremi. E qualche volta al giornalista viene chiesto di crearli. "Un collega mi ha detto che il suo caporedattore gli ha chiesto di trasformarsi in un truffatore di vecchietti, per raccontare 'dal di dentro' come avviene una truffa -ha raccontato Giovanni Negri-. Forse si sta raggiungendo il limite". (dp)

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