L'elogio ritrovato della mitezza, la cui eleborazione filosofica è uno tra i grandi lasciti di Norberto Bobbio, lo dobbiamo a Goffredo Fofi e alla
rubrica di Avvenire che gliene ritaglia lo spazio mediatico.
L'autore della rubrica intitolata "Banché giovani" ci invita, nel suo ultimo intervento pubblicato venerdì, a riscoprire le forme della mitezza per adottare una postura etica e rinvigorire una coscienza civile che appare oggi smarrita, disorientata dal frastuono mediatico che esalta la componente terroristica e quella scandalistica del nostro tempo.
In una carrellata di stimoli letterari e cinematografici utili per convincerci delle potenzialità civilizzanti contenute nella virtù della mitezza, Goffredo Fofi ci invita a rileggere ma soprattutto a reinterpretare in chiave contemporanea gli spunti narrativi contenuti da "La mite", prezioso racconto di Dostoevskij, e gli stimoli romanzeschi di "Un cuore semplice" di Flaubert e di "Anima cara" di Cechov.
Infine per elaborarne una teoria, "L'elogio della mitezza" del nostro connazionale Norberto Bobbio ci aiuta a immaginare la città dei miti, una città ideale in cui la gentilezza dei costumi si elevi a pratica universale.
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