• Fabio Bazzanella intervista Valeria Bonapace sulla sua tesi di laurea dedicata al tema dei beni comuni urbani in vista della discussione pubblica in programma presso la Sala Stampa del Comune di Trento, presso Palazzo Geremia di Via Belenzani n. 20, mercoledì 16 maggio 2018 dalle 15:00 alle 17:00.
La tesi, presentata dalla dott.ssa Valeria Bonapace rappresenta una delle dieci tesi di laurea che hanno partecipato al bando proposto dal Comune nell'ambito del protocollo con l'Università degli studi di Trento, mirante a premiare in via sperimentale gli elaborati discussi tra settembre 2016 e dicembre 2017 e aventi come tema un ambito d'interesse per la comunità locale trentina e per il suo sviluppo.


Fabio. Di che cosa tratta il bando nell'ambito del quale si svolge la presentazione della tua tesi?

Valeria. Il bando a cui ho risposto è la “Call per premio a tesi di laurea di interesse per la comunità locale trentina 2017”, indetta dal Comune di Trento a novembre 2017. L’obiettivo è quello di dare visibilità e valorizzare le migliori idee inerenti lo sviluppo della comunità locale concepite dagli studenti dell’Università di Trento nei propri lavori di tesi. A tal fine, il Comune - Servizio Cultura, Turismo e Politiche Giovanili - ha organizzato un ciclo di incontri pubblici dal titolo “Tesi di laurea di interesse per il territorio”, in cui vuole offrire ai neo-laureati l’occasione di presentare il proprio lavoro in uno spazio altro rispetto al contesto accademico. In questo senso, viene rafforzata anche la relazione tra cittadinanza trentina, Comune e Università, (nell'ambito del partenariato formalizzato nel “Protocollo d'intesa tra Comune di Trento ed Università degli Studi di Trento”).

Il bando è stato rivolto alle tesi di laurea magistrale (o equivalenti), discusse tra settembre 2016 e dicembre 2017, che hanno trattato t emi d'interesse per il Comune di Trento e il suo territorio, privilegiando aspetti rilevanti per quanto concerne le sue caratteristiche sociali, economiche e culturali e/o che hanno fornito elementi utili all’elaborazione di proposte d'azione per il suo mutamento, nell’ambito di politiche giovanili territoriali, storia e cultura trentina, economia locale, sviluppo del territorio, mobilità sostenibile e turismo locale.


F. Quali sono gli aspetti critici e le opportunità emerse nei primi tre anni di adozione da parte del Comune di Trento del Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni?

V. Premetto che la conclusione del mio anno di servizio civile presso il Servizio Beni comuni ha ridotto la mia possibilità di continuare a seguire da vicino lo sviluppo e la diffusione della logica del Regolamento tra i cittadini e all’interno dell’amministrazione.

Le criticità che ho osservato sono su tre fronti:
  1. sul fronte politico: spetta al Consiglio Comunale decidere “quanto in là” spingere le possibilità aperte da questo strumento, soprattutto per quanto riguarda la riqualificazione di edifici urbani.
  2. sul fronte amministrativo: è necessario che i Servizi Comunali adottino un approccio trasversale alle questioni presentate dai cittadini, per affrontarle nella loro complessità, superando l’approccio settoriale fino ad ora prevalente. Inoltre, devono essere sviluppate procedure condivise, criteri univoci per valutare le proposte dei cittadini, forme di sostegno e di comunicazione tra loro coerenti. In senso più ampio, è fondamentale che prosegua la trasformazione culturale avviata con l’adozione del Regolamento, ossia il passaggio dalla logica dell’amministrazione di prestazione a quella dell’amministrazione condivisa, in cui i cittadini sono visti come risorsa e come “partner” per la risoluzione dei problemi e per il perseguimento dell’interesse generale. In questo senso, la fase della co-progettazione dei patti di collaborazione assume un ruolo centrale, perché è il momento in cui le parti si confrontano sullo stesso piano per la costruzione/elaborazione condivisa delle strategie di intervento.
  3. sul fronte dei cittadini: le progettualità avanzate dai cittadini vanno acquisendo una complessità maggiore, che dovrebbe rispecchiarsi anche in una crescente inclusività. Infatti, maggiore è l’ampiezza del gruppo dei cittadini proponenti, maggiore sarà la forza della proposta; di conseguenza anche l’intervento e la responsabilità per la sua cura e manutenzione saranno sentiti veramente della comunità. Inoltre, sono chiamati a rapportarsi con l’amministrazione in termini propositivi, contribuendo in modo fattivo alla definizione e alla realizzazione degli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani (“e non aspettare che l’amministrazione dia tutto”..... per capire in sostanza!!!).
Queste criticità derivano principalmente dal fatto che il cambiamento verso l’amministrazione condivisa comporta una trasformazione culturale, che come tutti i processi culturali, richiede tempi medio-lunghi.

Per quanto riguarda le opportunità, il Regolamento ha permesso all’Amministrazione di avvicinarsi ai cittadini, di valorizzare le risorse diffuse e di rispondere a problemi di interesse generale mediante la collaborazione fattiva dei cittadini. Infatti, i cittadini sono diventati portatori del problema e parte integrante per la sua soluzione.

Il Regolamento ha permesso ai cittadini di presentare non solo proposte finalizzate alla cura dei beni comuni, ma anche progetti in cui la cura di un bene comune diventa mezzo per raggiungere altri obiettivi. E proprio in questo ultimo senso sta il potenziale del Regolamento. Infatti, le attività di manutenzione del verde, di pulizia delle strade del quartiere, di tinteggiatura delle facciate degli edifici… consentono di:
  • educare alla cittadinanza attiva e alla responsabilità condivisa;
  • scoprire e valorizzare abilità nascoste;
  • (ri)costruire relazioni sociali e legami di fiducia;
  • abitare e vivere gli spazi della città;
  • mettere a disposizione della comunità tempo e competenze.

F. In che modo il Regolamento interessa e promuove la coesione della comunità trentina o lo sviluppo civile del territorio urbano?

V. Anche questo aspetto richiede tempi lunghi per valutare gli impatti generati all’introduzione del Regolamento. Nonostante ciò, già in occasione delle interviste che ho fatto per la ricerca tesi (novembre - dicembre 2016) ho colto alcuni elementi interessanti. Dai racconti dei cittadini intervistati sono emerse molte considerazioni sulle possibilità offerte dalle attività di cura dei beni comuni urbani. Per esempio:
  • con il patto di collaborazione “Piccole piante crescono” (Scuola secondaria di secondo grado Bronzetti Segantini - Istituto di istruzione Trento 3) gli alunni hanno acquisito conoscenze legate alle scienze naturali, all’educazione civica e abilità legate al giardinaggio. Inoltre, si sono sentiti parte attiva della comunità e hanno avuto modo di conoscere altre associazioni che operano nello stesso quartiere.
  • con il patto di collaborazione “Immagin-abili” (Cooperativa sociale La Rete) i ragazzi disabili hanno curato un giardino dimenticato, creando uno spazio aperto a tutti, in cui le erbe aromatiche sono a disposizione di chiunque. Il fatto di recarsi quotidianamente al giardino ha portato i ragazzi a sviluppare un legame affettivo con quel luogo e con i passanti, sentendosi così parte di una comunità.
  • con il patto di collaborazione “Fare storie… in biblioteca” (Associazione Noi Quartieri - Trento Sud) il punto di prestito a Madonna Bianca viene gestito da un’associazione di volontari, che garantisce l’apertura e lo svolgimento di attività ricreative per ogni età. Lo spazio della biblioteca è così vissuto e animato, diventando un punto di riferimento per il quartiere.
In questo senso il Regolamento e i patti di collaborazione permettono di incrementare la coesione sociale, in quanto le attività creano occasioni di conoscenza, di condivisione e di scambio, impossibili altrimenti. Inoltre l’incontro “per fare qualcosa di utile” sembra essere più efficace nello sviluppare e consolidare le relazioni (rispetto a incontri di discussione). Infatti “facendo” ciascuna persona porta in concreto il suo impegno, la sua disponibilità e le sue capacità, condividendole con gli altri. Tutto ciò consente di far nascere relazioni e legami di fiducia e così di aumentare il benessere e la qualità della vita nel contesto urbano.

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