Due libri recenti mi hanno riportato alla mente storie del mio parentado. Vengo da una zona di migrazioni, e ho vissuto da vicino quelle del secondo dopoguerra, per la quantità di amici di infanzia e di scuola e di parenti stretti che lasciarono l'Italia cercando fortuna (fortuna? piuttosto sopravvivenza, dignità) in altri Paesi, nel nord Europa, nelle Americhe, in Australia.
Come non pensare alle loro difficoltà, ma anche ai modi in cui vennero accolti nei Paesi ospitanti, di fronte alle ondate migratorie recenti che sconvolgono il pianeta, e ai modi così spesso barbarici in cui noi, popolo di migranti, accogliamo i migranti che sbarcano ora sulle nostre rive?