Kinshasa / Roma, 1 ottobre 2007 - L'accesso all'assistenza umanitaria è seriamente ostacolato nella regione del Nord Kivu, in Repubblica Democratica del Congo, a causa degli scontri ormai ininterrotti da fine agosto. La violenza sta causando feriti e la fuga massiccia della popolazione, afferma l'organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere (MSF). La provincia del Nord Kivu è un'area caratterizzata da violenza cronica, che può improvvisamente aumentare di intensità. A causa della recente insicurezza nel Nord Kivu - combattimenti, ma anche razzie e attacchi lungo le strade - l'assistenza che MSF fornisce alla popolazione è seriamente ostacolata, quando non addirittura impossibile. L'ultimo combattimento ha prodotto la fuga di decine di migliaia di persone. Nella regione di Masisi MSF gestisce da febbraio quattro cliniche e ha offerto assistenza medica a decine di migliaia di sfollati interni e residenti locali. MSF ha effettuato 40mila consultazioni (inclusi 17mila casi per malaria e 440 bambini malnutriti) a sfollati e popolazione locale. Ma quando i combattimenti sono ripresi a fine agosto, la maggior parte della popolazione è fuggita. Oggi il villaggio di Mweso e i campi vicini sono praticamente abbandonati. MSF è molto preoccupata per la situazione di queste popolazioni abbandonate e lasciate senza assistenza. A sud della città di Masisi si stima che altri 30mila sfollati interni abbiano vissuto per alcuni mesi in un'area estremamente insicura dove MSF non ha accesso. Dal 30 agosto MSF lavora nell'ospedale di Masisi dove, solo nei primi giorni, il team medico ha già curato 51 feriti di guerra. Oggi l'ospedale da 120 posti letto lavora al massimo della sua capacità. Le violenze sessuali sono un'altra forma di violenza a cui i civili sono esposti. MSF assiste le vittime di violenze sessuali a Rutsuru, Nyanzale, Kayna e Mweso. Ogni mese le nostre equipe assistono una media di 250 vittime di stupro, in tutte queste quattro località. Purtroppo questo numero è enormemente aumentato durante l'ultimo picco di violenza. Solo nelle prime due settimane di settembre i nostri team hanno trattato 260 nuovi casi. A luglio in due zone - Nyanzale e Mweso - si è verificata un'epidemia di morbillo ed è stato necessario avviare un intervento di emergenza. Dall'inizio di luglio le equipe di MSF hanno curato 411 bambini malati di morbillo e sono state registrate13 morti. A Mweso MSF ha assistito 312 bambini di cui 5 sono morti. Il morbillo è una delle principali cause di mortalità nei paesi in via di sviluppo e può essere facilmente evitato grazie a campagne di vaccinazione. Tuttavia una campagna programmata da MSF per 70mila bambini in quest'aerea è stata posticipata a causa dell'insicurezza. Per gli stessi motivi rimane impossibile avviare una campagna di vaccinazione a Mweso. La situazione in tutta la provincia rimane estremamente instabile e preoccupante. MSF continua a cercare di portare assistenza alle popolazione colpite dalla violenza nel Nord Kivu. Per informazioni e interviste: Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere - 06 4486921 - Cell: 335 8489761 andrea.pontiroli@rome.msf.org Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione umanitaria di soccorso medico, insignita del Nobel per la Pace

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