A proposito di disabilità e ‘accomodamento ragionevole’. Per un’analisi filosofico-morale.
Nel testo della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità (2007), l’espressione ‘accomodamento ragionevole’ ricorre in più punti e con un ruolo fondamentale. Se lo scopo della Convenzione, infatti, è quello di promuovere «il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità» (così l’art. 1), la categoria di ‘accomodamento ragionevole’ emerge sin da subito come il mezzo idoneo al raggiungimento di tale finalità. La mossa della Convenzione è in questo senso molto precisa: «minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali» – si legge al secondo punto dell’articolo 1 – non possono e non devono essere pensate come un’obiezione rispetto a una «piena ed effettiva partecipazione [delle persone con disabilità] alla società su una base di eguaglianza con gli altri».

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