MSF continua a incontrare enormi difficoltà a lavorare in maniera indipendente a causa delle restrizioni alla libertà di movimento dei propri operatori e del comportamento delle autorità birmane che ostacolano gli interventi di MSF nelle zone considerate "sensibili" (le zone di frontiera) tramite restrizioni, autorizzazioni multiple e rifiuti.
Ciononostante MSF continua a operare nel paese utilizzando il poco spazio concesso perché i bisogni della popolazione birmana hanno raggiunto ormai i livelli di un'urgenza cronica e silenziosa. Il paese è completamente isolato dalla comunità internazionale da decenni e, di fatto, la presenza di rappresentanti della comunità internazionale è estremamente limitata.
Gli interventi di MSF sono indirizzati alle popolazioni più vulnerabili - vittime dirette o indirette del conflitto che perdura nel paese, particolarmente nelle zone di frontiera popolate dalle minorità etniche, ma anche nella capitale Rangoon (Yangoon). Le equipe di MSF forniscono cure contro la malaria, che ogni anno uccide decine di migliaia di birmani, la tubercolosi e le malattie sessualmente trasmissibili (tra cui l'HIV/AIDS) e la malnutrizione; forniscono inoltre cure materno-infantili.
La crisi attuale
Le equipe di MSF stanno prendendo le misure necessarie per garantire la continuazione delle terapie ai pazienti nel caso di un protrarsi della crisi, e stanno inoltre preparando materiale e personale d'emergenza per potere assistere gli ospedali in caso di un grande afflusso di feriti.