Non è neutrale per il tessuto sociale il fenomeno della crisi della famiglia. I costi personali e sociali sono molto alti.
E' quanto rileva un gruppo di demografi e sociologi di diverse università italiane (Firenze, Messina, Milano Cattolica, Milano Bocconi, Padova, Udine, Urbino, Verona), unite nel progetto di ricerca finanziato dal Miur dal titolo "Instabilità familiare: aspetti causali e conseguenze demografiche, economiche e sociali".
Dall'indagine emerge che separazioni e divorzi mettono in ginocchio il ceto con reddito medio-basso, genitori, in particolare padri e nonni, vedono disgregarsi la rete dei propri affetti, donne e uomini soli con figli fanno più fatica a reggere economicamente. In più, il crescente aumento delle separazioni indebolisce nei figli alcune certezze, con la conseguenza di renderli più fragili e più insoddisfatti. Depressione, ricorso al fumo e all'alcol aumentano. Ed è la famiglia di origine a fare da cuscinetto, a sopperire alle mancanze del welfare, a dare aiuto economico e morale ai figli che si separano, ad offrire un supporto per i nipoti.

Si assiste a un generale impoverimento perché la coppia divisa ha maggiori spese, minor potere di acquisto, è una fascia più debole alla quale appartengono le madri single, figli di separati che ormai sono l'otto per cento dei ragazzi tra i 10 e i 15 anni.
Info: www.ricercaitaliana.it/prin/dettaglio_prin-2004130242.htm 

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