Saranno più di 200 le piazze italiane interessate i prossimi venerdì 28 e sabato 29 settembre dall'iniziativa delle Acli e del Patronato Acli 'Diritti in Piazza', giunta quest'anno alla terza edizione dedicata al tema del 'lavoro sicuro'. 100mila guanti da lavoro e da cucina verranno distribuiti ai cittadini per ricordare loro che «la salute e la sicurezza passano attraverso il rispetto delle regole da parte delle aziende e i datori di lavoro, ma anche attraverso la prevenzione personale, anche dentro casa». Oltre 2000 tra operatori e volontari offriranno informazioni utili e consulenze sulle questioni riguardanti la tutela del lavoro e della salute, «perché troppi ancora non sanno che di fronte ad infortuni sul lavoro, malattie professionali, questioni legate all'invalidità possono trovare un sostegno e un accompagnamento gratuito, previsto per legge, da parte degli Istituti di Patronato».

«Un lavoro sicuro è possibile»
Per il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, che ha presentato in conferenza stampa l'iniziativa, «un lavoro sicuro è possibile». «In un'epoca di forte precarizzazione del lavoro e del suo stesso significato - spiega -, con il fenomeno delle morti bianche tornato a salire nel corso del 2006 (+2%) ed un numero di incidenti che rimane impressionante, abbiamo il dovere - come Associazioni cristiane dei lavoratori italiani - di dire alla gente, e alle istituzioni, che 'un altro lavoro è possibile', 'un lavoro sicuro è possibile'. Sicuro in primo luogo perché non uccide, non offende, non espone a pericoli imprevisti e fatali. Ma sicuro anche perché consente alle persone di costruire progetti di futuro. Non si tratta di tornare alla mentalità del 'posto fisso', ma di vivere il lavoro in condizioni di sicurezza fisica e psicologica. La flessibilità lavorativa non può tradursi in precarietà della vita. Un lavoro 'altro', insomma, perché punta sulla crescita e la responsabilità del lavoratore, sulla sua affezione al lavoro, sulla sua volontà e capacità di fare bene. Perché un lavoro fatto male non fa crescere un uomo, né tanto meno una comunità».

Le caponata antimafia e la cioccolata solidale: «Un lavoro è sicuro quando è dignitoso»
«Un lavoro è sicuro quando è dignitoso», aggiunge il vicepresidente del Patronato Acli Michele Consiglio, che illustra l'iniziativa spiegando perché verranno anche distribuiti nelle piazze 10mila barattoli di 'caponata' siciliana della cooperativa 'NoE' (No Emarginazione) di Partinico (Pa), cha avvicina al lavoro soggetti svantaggiati in un terreno confiscato alla mafia, e 10mila tavolette di cioccolata dal Consorio Ctm Altromercato. «Vogliamo comunicare alla gente l'idea che sicurezza, legalità e solidarietà possono stare insieme e migliorare il lavoro di tutti».

Un libro e uno spettacolo per raccontare il lavoro, i suoi rischi, le storie di vita invisibili.
Le iniziative delle Acli e del Patronato Acli per promuovere tra i cittadini la cultura della sicurezza non si fermeranno alle piazze di venerdì e sabato. In conferenza stampa è stato infatti presentato in anteprima un volume dell'Iref, l'Istituto di Ricerca delle Acli, che raccoglie e racconta nove «storie di vita invisibili», esperienze di infortunio sui luoghi di lavoro. Il titolo: 'Bastava poco...' traduce il messaggio stesso del volume, l'invito cioè alla prevenzione e alla responsabilità sul lavoro. Il testo sarà diffuso e presentato nei mesi prossimi in giro per l'Italia con iniziative territoriali, a partire dalle scuole, in particolare quelle tecniche industriali e agrarie, che formano i futuri lavoratori più esposti ai rischi di infortuni.

Infine lo spettacolo teatrale 'Lavoro(in)Sicurezza', la prima al Teatro Ambra Jovinelli subito dopo la conferenza stampa, realizzato in coproduzione Patronato Acli e Compagnia delle Acque di Gualtiero Bertelli, con la partecipazione di Francesca Reggiani. Un montaggio di suoni, immagini e canzoni per raccontare il lavoro di ieri e quello di oggi, con finestre sulla cronaca drammatica degli infortuni e delle morti bianche.
Lo spettacolo verrà portato nelle piazze e nei teatri d'Italia ma anche nelle scuole e nelle stesse fabbriche, nei luoghi di lavoro «per risvegliare il senso di responsabilità dei datori di lavoro e la consapevolezza nei lavoratori - afferma il direttore generale del patronato Damiano Bettoni -, perché sulle morti bianche e sugli incidenti non si abbassi l'attenzione, non si cali il sipario».

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