ROMA - 200.000 morti.
Non basterà la IV giornata mondiale per il Darfur in Italia, che si è svolta lo scorso 16 settembre a ricordare tutti i morti del conflitto in Darfur.
Il Global Day ha segnato il tempo dell'indifferenza dei media e di gran parte della comunità internazionale dinanzi a quello che gli Stati Uniti continuano a definire un "genocidio", mentre le Nazioni Unite parlano di gravi "crimini contro l'umanità".
Di fatto, a distanza di quattro anni dall'inizio del conflitto, il macabro conteggio di morti in Darfur non si è fermato e la pace è ancora lontana.
A Roma, una fiaccola olimpica ha percorso la distanza da Portico d'Ottavia (Ghetto) a Piazza Farnese, passando di mano da un giovane ebreo a un sopravvissuto del Darfur, con la partecipazione dell'attrice Monica Guerritore, che ha prestato il suo volto a questa nuova iniziativa di Italians for Darfur e Articolo21, alla quale hanno aderito anche l'Ugei, la comunità ebraica, l'Associazione dei rifugiati del Darfur in Italia, Salviamo Caino, la sezione italiana di Amnesty International e "Voci per la libertà".
Hanno partecipato alla simbolica staffetta per la pace anche i noti giornalisti Toni Capuozzo e Tiziana Ferrario, che si sono impegnati a proporre una maggiore copertura mediatica della grave crisi umanitaria in corso nella regione.
L'iniziativa si inserisce nel quadro della campagna "Un sogno olimpico per il Darfur" partita da Oure (Ciad orientale) e che farà tappa nei prossimi mesi nei Paesi che sono stati teatro di gravi crimini contro l' umanità.

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