Amnesty International si è detta profondamente turbata per le immagini diffuse ieri, che mostrano uno studente colpito da una pistola elettrica (taser) nel corso di un incontro col senatore John Kerry, all'Università della Florida.

Le immagini mostrano Andrew Meyer, 21 anni, mentre viene allontanato dalla sala dopo che il tempo a sua disposizione per porre le domande al senatore Kerry era terminato. Meyer oppone resistenza e gli agenti lo ammanettano e bloccano a terra. Successivamente, un poliziotto usa il taser.

Il taser è un'arma elettrica che viene azionata a mano. L'obiettivo viene colpito da due dardi, che sprigionano una scarica di 50.000 volt della durata di cinque secondi, e viene immobilizzato immediatamente.

Amnesty International ritiene che l'uso di una pistola elettrica nei confronti di una persona che protesta in modo non violento e non costituisce una minaccia per sé o per altri, costituisca un trattamento crudele, inumano e degradante. Secondo gli standard internazionali sull'uso della forza, le forze dell'ordine devono ricorrere alla quantità minima di forza necessaria per ottenere un risultato legittimo; qualunque utilizzo della forza dev'essere proporzionale alla minaccia che si sta affrontando e dev'essere diretto a evitare ogni dolore o sofferenza non necessari.

Amnesty International da tempo esprime preoccupazione per l'uso delle pistole elettriche da parte delle forze dell'ordine statunitensi, che in alcuni casi le utilizzano come arma principale. Si tratta di strumenti che si prestano a essere usati impropriamente. Le scariche elettriche sprigionate dalle taser possono infliggere sofferenza grave e, come in alcuni casi registrati da Amnesty International, avere anche esiti mortali.

Amnesty International ha chiesto ai dipartimenti di polizia di sospendere l'uso delle pistole elettriche o di limitare il loro impiego alle sole situazioni che implicano minacce di morte o di gravi ferite e in cui comunque gli agenti di polizia sarebbero costretti a utilizzare un'arma.

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