Studente-partigiano negli anni giovanili e giornalista impegnato in quelli della maturità, intelligente e fascinoso con i suoi baffi all'Amedeo Nazzari, fratello maggiore di Silvia (poi Chiara) fondatrice del Movimento dei Focolari, GINO LUBICH compirebbe 100 anni DOMENICA PROSSIMA 21 GENNAIO 2018, essendo nato il 21 gennaio 1918 a Trento, negli ultimi mesi della storia austro-ungarica della città. (Scopri di più su: Il-Margine.it)

Figlio di una famiglia di origine slovena, studente di medicina a Padova, partigiano comunista, Gino Lubich viene arrestato e torturato nel famigerato carcere di Bolzano, da cui riesce a fuggire.

Nei difficili anni del dopoguerra sperimenta la sua vocazione giornalistica nell'opera di ricostruzione civile e morale del Paese, dapprima alla redazione milanese dell'Unità, poi – dopo il distacco dal Partito comunista – a Roma e a Padova, con Città Nuova e con il Messaggero di Sant'Antonio.

Testimone e interprete sempre libero di tanti eventi decisivi della storia d'Italia del Novecento, amico fraterno di Ermanno Olmi e di Igino Giordani, oltre che legatissimo alla sorella Chiara, Gino Lubich (che morirà il 4 settembre 1993, quest'anno ricorre dunque anche il 25° della scomparsa) è divenuto per molti un maestro di impegno per la libertà, la democrazia e la dignità di ogni persona.

Negli anni di piombo, di fronte alla minaccia delle Brigate Rosse ma anche guardando in faccia un potere politico che non sa fare i conti con le nuove tensioni sociali, Gino Lubich scriverà parole profetiche, come queste, sulla risposta al terrorismo: «L'impresa non è semplice, ma è possibile, purché si crei una forte coesione nazionale e si faccia una politica di severità. Una politica cioè che contrasti rigorosamente la grande prepotenza degli egoismi particolari, le spinte corporative delle varie categorie, il rivendicazionismo esasperato di quanti hanno già un lavoro oggi e la pensione assicurata per il domani, il sempre più largo rifiuto di qualsiasi disciplina, e ogni altro andazzo sollecitato dall'ubriacatura consumistica».

Giacomo Massarotto e Piero Lazzarin hanno dedicato a Gino Lubich una biografia attenta e appassionata, da poco uscita per la casa editrice Il Margine.
  • Dal desiderio di due suoi grandi amici il racconto della vita e della personalità coraggiosa di Gino Lubich (1918-1993). ACQUISTA IL LIBRO
Giacomo Massarotto è vissuto a Padova dove ha esercitato la professione di architetto. A sessant'anni compiuti ha scoperto di avere una vena narrativa che l'ha portato a scrivere due libri di fiabe pubblicati per i tipi della Fondazione Colonnetti di Torino. Con i suoi fratelli ha scritto anche il libro di racconti Cantavamo al suono del flauto, vincitore del premio «Un albero per i nipoti 2010» indetto dal comune di Abbadia San Salvatore (Siena). È mancato nel gennaio 2017, appena terminato questo libro sull'amico Gino Lubich a cui teneva particolarmente.

Piero Lazzarin, giornalista, per anni caporedattore del «Messaggero di sant'Antonio», è autore di opere di storia, di arte e di biografie, tra cui quelle dedicate ad Albino Luciani, all'abbé Pierre, a don Lorenzo Milani, a padre Mario Venturini, a John Henry Newman, a Benedetta Bianchi Porro e a Edith Stein. Il suo Libro dei santi. Piccola enciclopedia, giunto alla quarta edizione, è stato tradotto in lituano e croato.

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