Al 31 dicembre 2015 le istituzioni non profit in Italia sono 336.275, l’11,6% in più rispetto al 2011, e complessivamente impiegano 5 milioni 529mila volontari e 788mila dipendenti. È la fotografia del settore contenuta nel “Primo censimento permanente sulle istituzioni non profit” svolto dall’Istat nel 2016 con riferimento al 2015 e presentata il 20 dicembre scorso a Roma. (Scopri di più su: Aiccon.it)


La localizzazione territoriale

La distribuzione territoriale delle istituzioni non profit conferma una elevata concentrazione nell’Italia settentrionale (171.419 unità, pari al 51% del totale nazionale) rispetto al Centro (75.751 unità, pari al 22,5%) e al Mezzogiorno (89.105 unità, pari al 26,5%). La Lombardia e il Lazio sono sempre le regioni con la presenza più consistente di istituzioni non profit (con quote rispettivamente pari al 15,7 e al 9,2%), seguite da Veneto (8,9%), Piemonte (8,5%), Emilia-Romagna (8%) e Toscana (7,9%). Le regioni con la minore presenza di istituzioni sono la Valle d’Aosta (0,4%), il Molise (0,5%) e la Basilicata (1%) (Prospetto 1.2).


Le risorse umane

Le istituzioni non profit attive al 31 dicembre 2015 contano sul contributo di 5.528.760 volontari e 788.126 lavoratori dipendenti. In media, l’organico è composto da 16 volontari e 2 dipendenti ma la composizione interna delle diverse tipologie di risorse impiegate varia notevolmente in relazione alle attività svolte, ai settori d’intervento, alla struttura organizzativa adottata e alla localizzazione.

A livello territoriale, le aree che presentano una maggiore concentrazione di dipendenti nelle istituzioni non profit registrano anche una maggiore intensità di risorse umane impiegate nel settore rispetto alla popolazione residente. Nel Nord-est e nel Centro si rilevano i rapporti più elevati di volontari (pari rispettivamente a 1.221 e 1.050 persone per 10 mila abitanti) mentre in termini di dipendenti sono il Nord-ovest e il Nord-est a presentare il rapporto più elevato (pari rispettivamente a 169 e 156 addetti ogni 10 mila abitanti).


Le forme giuridiche

Nel 2015, il settore non profit si conferma essere principalmente costituito da associazioni riconosciute e non riconosciute (286.942 unità pari all’85,3% del totale); seguono le cooperative sociali (16.125, pari al 4,8%), le fondazioni (6.451, pari al 1,9%) e le istituzioni con altra forma giuridica (26.756, pari all’8,0%), queste ultime rappresentate prevalentemente da enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, comitati, società di mutuo soccorso, istituzioni sanitarie o educative, imprese sociali con forma giuridica di impresa (Prospetto 1.4).


Le attività

In base alla classificazione internazionale delle attività svolte dalle organizzazioni non profit, l’area Cultura, sport e ricreazione è il settore di attività prevalente nel quale si concentra il numero più elevato di istituzioni: quasi 220 mila, pari al 65% del totale nazionale (Prospetto 1.6).
L’Assistenza sociale (che include anche le attività di protezione civile), con quasi 31 mila istituzioni (pari al 9,2% del totale), si distingue come secondo ambito di attività prevalente, seguito dai settori Relazioni sindacali e rappresentanza di interessi (20.614 istituzioni, pari al 6,1%), Religione (14.380 istituzioni, 4,3%), Istruzione e ricerca (13.481 istituzioni, 4,0%) e Sanità (11.590 istituzioni, pari al 3,4%). I restanti sei settori raccolgono l’8,0% delle istituzioni non profit.


L’orientamento e la mission

Le istituzioni non profit rilevate nel 2015 sono nel 63,3% dei casi di pubblica utilità (+1,5% rispetto al 2011) e mutualistiche per il restante 36,7%. L’orientamento è legato all’attività svolta, come emerso già nel 2011, le istituzioni solidaristiche sono presenti in misura nettamente superiore alla media nazionale nei settori della Cooperazione e solidarietà internazionale (100,0%), della Religione (92%), dell’Assistenza sociale e protezione civile (91,1%), dello Sviluppo economico e coesione sociale (90,2%), della Filantropia e promozione del volontariato (89,0%), della Sanità (88,7%).

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