Pedagogia trasformazionale e competenze trasversali alla base della formazione dei nuovi “cittadini della sostenibilità”, per affrontare le sfide globali con un’istruzione di ampio respiro. Ecco la nuova guida nata dalla collaborazione con l’ASviS. (Scopri di più su:
ASviS.it)
“Intraprendere il cammino dello sviluppo sostenibile richiederà una profonda trasformazione del modo in cui pensiamo e agiamo”: queste le parole d’apertura del manuale
“Educazione agli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile”, pubblicato il 23 novembre e realizzato dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco (Cniu) e il suo Comitato Nazionale per l’Educazione alla Sostenibilità (Cnes), l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), il Centro per l’Unesco e l’Università degli Studi di Torino.
L’obiettivo del documento è quello di educare alla sostenibilità, diffondere la conoscenza dell’Agenda 2030 e dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss, acronimo usato nel documento, o SDGs, nella sigla inglese). Risultato di grande soddisfazione sia per il Cniu che per l’ASviS, il cui portavoce Enrico Giovannini sottolinea gli sforzi compiuti finora in tal senso: "Dall’inizio del 2016 siamo impegnati in una forte azione di sensibilizzazione sull’Agenda 2030”, e, in particolare, “con il Miur abbiamo già introdotto l’educazione allo sviluppo sostenibile nelle scuole di ogni ordine e grado, mentre con i 51 atenei della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile stiamo lavorando per raggiungere tutti gli studenti universitari”.
Per diventare agenti attivi del cambiamento, gli individui hanno bisogno di conoscenza, abilità, valori e attitudini che li rendano più forti in vista degli Obiettivi dell’Agenda, e in tal senso l’istruzione è cruciale per il raggiungimento dei Target, attesta il manuale. Tuttavia, non tutti i tipi di educazione sono compatibili con gli Oss. Ad esempio, una formazione incentrata sulla crescita economica potrebbe portare a risultati negativi. “È necessario”, afferma quindi la direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova, “un cambiamento fondamentale del modo in cui pensiamo al ruolo dell’educazione nello sviluppo globale, perché essa ha un impatto catalitico sul benessere degli individui e sul futuro del nostro pianeta”.
L’Educazione allo sviluppo sostenibile (Ess), esplicitamente riconosciuta negli Oss come parte del Target 4.7, richiede un passaggio dall’insegnamento all’apprendimento. Ciò vuol dire che l’Ess non deve integrare solo i Target come parte del programma di studi, ma ha la responsabilità di creare contesti di apprendimento e di insegnamento interattivi e incentrati sull’allievo. Ciò quindi porta a una “pedagogia trasformazionale”, vale a dire un insegnamento “orientato all’azione, che supporti un apprendimento autogestito, la partecipazione e collaborazione, un approccio alla soluzione dei problemi, l’inter- e la trans-disciplinarietà e il collegamento dell’apprendimento formale con quello informale”.
Nello specifico, il documento contiene gli obiettivi di acquisizione di conoscenze, temi e attività per ogni Oss, e ne descrive la realizzazione a vari livelli, da progettazioni di corsi a differenti strategie educative nazionali. Questo cambiamento di paradigma è necessario perché le sfide sono cambiate e, per questa ragione, le persone devono imparare a capire la complessità del mondo in cui vivono. Hanno bisogno di essere capaci di collaborare, parlare e agire in vista di un cambiamento positivo, afferma l’Unesco. Il traguardo da raggiungere consiste nella formazione di “cittadini della sostenibilità”, definizione ideata dagli studiosi Wals e Lenglet.
Questi “cittadini della sostenibilità” devono affrontare un processo d’istruzione tramite l’apprendimento di competenze vaste, in grado di includere elementi cognitivi, affettivi, intenzionali e motivazionali. Tra questi differenti strumenti spiccano le cosiddette “competenze chiave”, vale a dire “competenze trasversali necessarie a tutti i discendenti di ogni età e parte del mondo (sviluppate ad appropriati livelli per ogni fascia d’età)”. Queste ultime non sono in sostituzione o opposizione alle competenze necessarie per il successo in una singola azione sostenibile, “ma le racchiudono e hanno un raggio d’azione più ampio”, affermano gli studiosi Rychen e Weinert, e sono di vitale importanza per promuovere efficacemente lo sviluppo sostenibile. Questi strumenti si classificano in: competenze di ordine sistemico; competenze di previsione; competenze normative; competenze strategiche; competenze collaborative; competenze di pensiero critico; competenze di auto-consapevolezza; competenze di problem-solving integrato.
Questi strumenti devono viaggiare di pari passo con degli specifici obiettivi di apprendimento per i diversi Oss, descritti nel manuale all’interno di tre diversi contesti: cognitivo (“conoscenza e capacità di pensiero necessarie per capire meglio gli Oss”); socio-emotivo (“abilità sociali che permettano di collaborare per promuovere gli Oss”, unite a una “capacità di autoriflessione su valori, attitudini e motivazioni che rendono capaci di sviluppare se stessi”); comportamentale (definizione della “capacità di azione”).