Proclamato l’European Pillar of Social Rights. Lo scorso 17 novembre, in occasione del vertice sociale europeo di Göteborg, è stato proclamato ufficialmente il pilastro europeo dei diritti sociali (
European Pillar of Social Rights), annunciato per la prima volta dal presidente Juncker nel discorso sullo Stato dell’Unione del 2015, a cui seguì la consultazione pubblica del 2016 (
ne parlammo qui) e la
Comunicazione della Commissione dell’aprile 2017. (Scopri di più su:
IrisNetwork.it)
Il vertice di Göteborg ha visto riuniti i presidenti delle istituzioni dell’Unione, i capi di Stato e di governo europei, le parti sociali e gli altri principali stakeholder, per una discussione su come promuovere la crescita sostenibile e il progresso economico e sociale in Europa. L’European Pillar of Social Rights è stato firmato dal Presidente Juncker per la Commissione Europea, dal Presidente Tajani per il Parlamento Europeo e dal Primo ministro Ratas per il Consiglio dell’Unione Europea.
Il pilastro stabilisce una serie di principi e diritti fondamentali per sostenere un mercato del lavoro e sistemi di protezione sociale equi e funzionanti, a fronte di uno scenario sociale profondamente mutuato dalla crisi economica (aumento dei livelli di povertà, esclusione sociale, disparità, disoccupazione etc.) e prevedendo i cambiamenti che le società europee e il mondo del lavoro subiranno nel prossimo decennio.
L’European Pillar propone un quadro orientativo di riferimento per l’azione degli Stati aderenti: spetterà infatti alle amministrazioni nazionali e locali, nonché alle parti sociali, tradurlo in realtà. Nella logica del pilatro, le proposte, una volta adottate, aggiorneranno e completeranno l’acquis dell’Unione Europea, ossia il corpus di norme sociali al momento vigenti nell’ordinamento giuridico dell’Unione.
Un aspetto molto interessante sarà l’istituzione di un quadro di valutazione della situazione sociale che misurerà le tendenze e le prestazioni degli Stati membri in dodici aree. I risultati saranno presi in considerazione nel contesto del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche.
In questo scenario, considerate le aree d’intervento esplicitare dal Pillar, le imprese sociali avranno l’opportunità di qualificarsi come soggetti attivi nel concretizzare le linee guida, mettendo a disposizione le proprie capacità di generare impatto sociale ed economico e sviluppando modelli imprenditoriali innovativi.
Il
documento si compone di 20 principi e diritti, articolati in 3 categorie, ispirati, da un lato, agli impegni che l’Unione Europea e gli Stati si stanno assumendo nei confronti dei cittadini; al contempo, rappresentano un punto di riferimento ed uno stimolo per le scelte dei governi locali.
Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro
- istruzione, formazione e apprendimento permanente
- parità di genere
- pari opportunità
- sostegno attivo all’occupazione
Condizioni di lavoro eque
- occupazione flessibile e sicura
- retribuzioni
- informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento
- dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori
- equilibrio tra attività professionale e vita familiare
- ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato e protezione dei dati
Protezione sociale e inclusione
- assistenza all’infanzia e sostegno ai minori
- protezione sociale
- prestazioni di disoccupazione
- reddito minimo
- reddito e pensioni di vecchiaia
- assistenza sanitaria
- inclusione delle persone con disabilità
- assistenza a lungo termine
- alloggi e assistenza per i senzatetto
- accesso ai servizi essenziali