Il mondo digitale ha cambiato molti aspetti della nostra vita. Tra le varie cose anche l’attenzione e la consapevolezza della scelta delle parole che utilizziamo. Oggi le parole scorrono come un fiume in piena, tra correttori automatici, parole dettate ma non sempre comprese correttamente, emoticon e abbreviazioni comprensibili solo agli addetti ai lavori.
E in questo scorrere non prestiamo più particolare attenzione alle parole che utilizziamo, tanto a nessuno interessa la forma, le parole corrette, la punteggiatura al posto giusto. L’importante è dire sempre qualcosa.
Tutti ci dicono che il web è una brutta bestia perché su internet tutto rimane. Ma provate voi a cercare il post che avete letto 30 minuti fa o l’immagine che vi piaceva molto che avevate visto ieri. Se è vero che tutto rimane è anche vero che nel web tutto sparisce in un calderone da cui poi è difficile ritrovare ciò che si cerca. Per cui se anche una volta ci è scappato il termine “barboni” invece di “persona senza dimora” in un post di Facebook, chi vuoi che se ne accorga, tanto tra mezz’ora nessuno lo legge più.