Invecchiamento della popolazione: una sfida per il Welfare e un’opportunità per gli “investitori responsabili” attraverso la via dell'impact investing. Le potenzialità di questa strategia al centro del manuale realizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile, che sarà presentato il 15 novembre a Milano in occasione della prossima edizione della Settimana SRI. (Scopri di più su: IlPuntoPensioni&Lavoro.it)
  • Francesco Bicciato*
L’invecchiamento della popolazione è uno dei principali fenomeni che hanno contribuito a mandare in crisi il modello tradizionale di Welfare State, rendendo necessario un suo radicale ripensamento. In quest’ambito, la finanza sostenibile può trovare interessanti opportunità d’investimento, in particolare attraverso l’impact investing, una strategia che sta riscuotendo un interesse sempre maggiore tra gli investitori “responsabili”.

Italiani: pazienti e lavoratori sempre più anziani - Secondo dati ISTAT al 1 gennaio 2017, i cittadini italiani ultra-sessantacinquenni sono oltre 13 milioni e mezzo, pari al 22,3% del totale della popolazione. Valori destinati ad aumentare: l’Istituto nazionale di statistica stima infatti che nel 2065 gli over-65 saranno oltre 20 milioni, praticamente un cittadino su tre. Il nostro Paese è al secondo posto in Europa per numero di anziani dopo la Germania, con un indice di vecchiaia – ovvero il rapporto tra over 65 e under 15 – che, nel gennaio 2015, si attestava al 157,7%, quasi quaranta punti al di sopra della media europea (oggi l’indice segna 165,3).

Gli italiani detengono anche il primato di lavoratori più anziani del Vecchio Continente. Secondo i dati diffusi recentemente dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre, nel 2016 l’età media degli occupati in Italia era di 44 anni, contro una media di 42 registrata nei principali Paesi UE. Gli ultra-cinquantenni costituiscono oltre il 34% della forza lavoro, contro una percentuale di appena il 12% registrata dai giovani dai 15 ai 29 anni. Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione fa sì che strutture e processi di funzionamento delle prestazioni pubbliche necessitino, in maniera sempre più urgente, di una radicale ridefinizione. A cominciare dal sistema socio-sanitario.

Le criticità del sistema socio-sanitario: long-term care e malattie croniche - Per il sistema socio-sanitario un italiano mediamente più anziano si traduce in:
  1. un cittadino meno autosufficiente, dunque bisognoso di assistenza socio-sanitaria ospedaliera o domiciliare;
  2. un paziente sempre più affetto da malattie croniche, che necessitano di trattamenti e cure modellate in base alle esigenze del singolo e della sua famiglia.
A ciò si sommano le problematiche che derivano dal fronte occupazione: come ha sottolineato l’ufficio studi della CGIA di Mestre, sono tornati a crescere gli incidenti e la diffusione delle malattie professionali, che producono un ulteriore sovraccarico per le strutture socio-assistenziali.

Cittadini e lavoratori sempre più anziani hanno dei bisogni sanitari e assistenziali sempre più numerosi e sempre più complessi: da rilevazioni ISTAT e Ragioneria generale dello Stato emerge che tra 2005 e 2014 la spesa pubblica per long-term care destinata a ultra-sessantacinquenni non autosufficienti è passata da 15,4 a 20,5 miliardi di euro. D’altro canto, il contesto di crisi economica e la necessità di effettuare tagli alla spesa pubblica hanno fatto sì che la copertura che può essere garantita attraverso le risorse dello Stato sia sempre minore, tanto che secondo le stime Itinerari Previdenziali la spesa privata per la non autosufficienza sarebbe ammontata nel solo 2015 ad almeno 8,9 miliardi di euro.

Le conseguenze sono due. Da un lato, è aumentato l’impegno economico richiesto alle famiglie (come stimato dal Quarto Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, la spesa sanitaria privata complessiva vale per il 2015 ben 36 miliardi di euro, pari a 591,8 euro pro-capite, con un incremento del 2,6% rispetto al 2014); dall’altro, si sta verificando una riduzione delle possibilità di accesso ai servizi e un impoverimento della loro qualità.

La sfida, quindi, è quella di rispondere ai nuovi bisogni della popolazione tenendo conto dei vincoli di bilancio delle finanze pubbliche.

Una possibile soluzione in chiave sostenibile: partenariati pubblico-privati e impact investing - Per affrontare il problema è fondamentale rivedere la concezione tradizionale di Welfare State, fondata sulle erogazioni monetarie e sull’offerta di servizi standardizzati.

In questo campo la finanza sostenibile può trovare interessanti aree d’intervento, in particolare attraverso l’impact investing, una strategia SRI (da Sustainable and Responsible Investment) che consiste in investimenti effettuati con l’intenzione di realizzare un impatto ambientale e sociale misurabile, assieme a un ritorno finanziario. Questo approccio sta suscitando un interesse sempre maggiore tra gli investitori sostenibili: l’ultima edizione dello Studio Eurosif ha eletto l’impact investing come la strategia SRI a più rapida crescita in Europa, con un incremento delle masse in gestione del 385% tra 2013 e 2015. Più contenute rispetto ad altri Paesi europei, ma comunque significative, le dimensioni del mercato italiano, dove le masse a cui si applica questo approccio sono passate da 2 a 2,9 miliardi di euro nel biennio considerato dalla ricerca.

Implementata nel settore socio-sanitario, questa strategia può dispiegare pienamente la propria efficacia soprattutto attraverso forme di partenariato pubblico-private: l’impact investing, infatti, è in grado di favorire il flusso di capitali privati a sostegno dei programmi sociali, rispondendo al problema della contrazione delle risorse pubbliche.

Il suo apporto non si esaurisce qui.

Per definizione, l’impact investing è imperniato su un approccio outcome-oriented, ossia esplicitamente finalizzato a produrre un cambiamento positivo sulla società, che viene monitorato attraverso gli strumenti della misurazione e della rendicontazione d’impatto; questa strategia può quindi contribuire ad accrescere efficacia e sostenibilità finanziaria degli interventi, offrendo sul territorio di riferimento servizi adattati ai bisogni specifici dei cittadini e delle loro famiglie.
  • *Francesco Bicciato, Segretario Generale Forum per la Finanza Sostenibile

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