A più di un mese dall'entrata in vigore del nuovo regolamento della Commissione per le adozioni internazionali (CAI) non è ancora arrivata la nomina del vice-presidente né quella degli altri componenti della Commissione. Tra le novità più importanti del nuovo ordinamento spiccava la nomina del ministro della famiglia Rosy Bindi come presidente della Commissione per un rafforzamento del profilo politico e istituzionale dell'organismo. Tuttavia se da un lato non arrivano le nomine dell'Autorità centrale, dall'altro sono sempre più numerosi i nodi irrisolti del sistema delle adozioni internazionali. La mancanza di un significativo sostegno della CAI agli enti autorizzati nello sviluppo delle attività nei Paesi stranieri ha dei riflessi sull'intero sistema. Gli enti autorizzati si trovano così ad affrontare i problemi legali e procedurali dei diversi Paesi nel più completo isolamento politico. Nella Federazione Russa la firma dell'accordo bilaterale - annunciato dalla neo-eletta presidente Bindi per l'autunno 2007 - potrebbe facilitare gli enti italiani nell'ottenere l'accreditamento ad operare nel Paese con l'adozione internazionale. Intanto lo scorso luglio 16 enti stranieri di Francia, Spagna e Stati Uniti erano riusciti ad ottenere l'accreditamento da Mosca per riaprire i canali dell'adozione internazionale, pur non avendo finalizzato alcun accordo bilaterale. Anche in Bolivia la situazione è critica: in attesa delle nuove nomine all'interno del Vice Ministerio de Asuntos de Genero, Generaciones y familia - l'Autorità centrale boliviana. -cresce la preoccupazione per le coppie italiane in attesa di completare l'iter adottivo e accogliere il proprio figlio. Un segnale dovrebbe arrivare giovedì 13 settembre: il Vice Ministro Evelin Agreda ha convocato i 23 enti autorizzati che operano in Bolivia - tra cui AiBi - per discutere della condizione delle adozioni internazionali e considerare i nuovi provvedimenti per tentare di sbloccare l'impasse del sistema. In Nepal i frequenti episodi di traffici di minori hanno messo in luce la necessità di una legge di riforma sulla protezione del minore, in cantiere da più di sei mesi. Per questo il Paese ha sospeso, lo scorso aprile, l'accettazione di nuovi dossier di coppie straniere fino all'emanazione della nuova legge, mentre le coppie che avevano già depositato i dossier gli scorsi mesi sono in attesa delle nuove procedure per la partenza. Intanto l'Ambasciata italiana di Kathmandu, venerdì 14 settembre, coordinerà un incontro per fare il punto sulla situazione.
Tuttavia gli enti stranieri che operano nel Paese, tra cui AiBi, non sono stati in alcun modo interpellati. Anche in Bulgaria, nonostante la nomina del neo-eletto ministro della Giustizia bulgaro Meglena Tacheva, non vi è chiarezza sul nuovo corso delle adozioni internazionali.
Il ministro ha fatto sapere che l'Unione Europea non avrebbe imposto alcun limite alle adozioni internazionali. La dichiarazione smentirebbe, una volta per tutte, l'ipotesi di presunte pressioni di Bruxelles su Sofia per limitare le adozione internazionali a cento pratiche per anno.
Anche in Cina la situazione di stallo è preoccupante: a più di un anno dalla firma dell'accordo bilaterale non sono ancora stati attivati i canali per l'adozione dei minori cinesi. E così l'Italia rimane l'unico Paese in Europa a non adottare in Cina.
Nonostante l'entrata in vigore della Convenzione de l'Aja -1° agosto 2007 - il governo cambogiano non ha ancora costituito l'Autorità centrale.

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