"Poveri e così non sia". La lotta alla povertà. Rapporto 2017. Non è facile parlare di lotta alla povertà in una società in cui tutto fa pensare all’inutilità degli sforzi in questa direzione. La povertà è aumentata e lo sanno soprattutto i più giovani. Sono cresciute le disuguaglianze. La mobilità intergenerazionale è ridotta a zero, mentre nella seconda metà del Novecento era normale per i figli aspirare ad un futuro migliore dei padri. (Scopri di più su:
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Per questo il primo titolo che abbiamo pensato per questo rapporto è stato «Poveri e così sia». Voleva essere una provocazione, espressa in modo paradossale per descrivere l’attuale vuoto di ideazione e di strategia. Ma l’ottimismo della volontà ci ha suggerito di non chiudere la porta alla speranza. POVERI e COSÌ non SIA ci è sembrata quindi la sintesi di questa domanda e della sfida che non possiamo evitare.
Ci siamo anche chiesti che senso ha oggi parlare di piano nazionale di lotta alla povertà, mentre nessuno crede più alla programmazione. Chi utilizza questo termine spesso asseconda un rituale giuridico per allocare risorse e poi non utilizzarle o, al più, per consentire ai poveri di convivere con il proprio stato di bisogno. Per questo ci siamo anche chiesti come ripartire dai fondamentali della pianificazione sociale e come affrontare i problemi oltre l’ordinaria amministrazione.
Gli oltre 50 anni di ricerca della Fondazione Emanuela Zancan ci hanno messo a disposizione una fonte originale di pensiero sulla programmazione sociale. Una sintesi, in tempi non sospetti, si può trovare nei due seminari tenuti a Malosco nel 1971 dal professor Alfred J. Kahn e nella pubblicazione in italiano del volume Theory and practice of social planning (ed. or. 1969). Il dialogo a distanza con Alfred J. Kahn nei primi capitoli approfondisce soluzioni per rinvigorire un dibattito infiacchito e preoccupato di confermarsi in quello che pensa e che fa.
Per tentare di superare l’immobilismo tecnico e politico, le proposte che chiudono il volume entrano nel merito di come si potrebbe aprire una nuova stagione della programmazione sociale, per lottare contro la povertà in modi efficaci, con i poveri, valorizzando le capacità di ogni persona.