Arte ed artisti salveranno l’impresa. Affermazione provocatoria? Non proprio.
Nell’epoca che stiamo vivendo, in cui stanca quasi continuare a ripetere che il cambiamento è all’ordine del giorno, ogni modello di business diviene fragile e il futuro difficile da leggere e prevedere. Difficile, sì, ma meno difficile per gli artisti che, per la natura del loro lavoro e del loro approccio alla realtà, hanno da sempre accompagnato e talvolta anticipato i cambiamenti del loro tempo, reinterpretando la modernità attraverso la nuova interpretazione delle discipline artistiche.
Ad esempio, quando la nascita della fotografia rischiò di far diventare obsoleto il lavoro del ritrattista, Van Gogh intuì che è più importante rappresentare ciò che il pittore sente, che non solo ciò che vede.
Oppure Toulouse Lautrec, che attraverso il manifesto d’artista diede nuova fama al Moulin Rouge, che divenne il locale notturno per eccellenza nella sua Parigi.
O ancora la bottiglia che Depero disegnò per Campari, dandole la forma di un bicchiere ribaltato, soprattutto eliminando l’etichetta e valorizzando il colore di quello che diventerà, da quel momento in poi, il “Rosso Campari”.
A ben pensarci, i primi creativi delle agenzie pubblicitarie erano artisti che prestavano la loro opera alla comunicazione e al design. Solo successivamente il copy, l’art director e il creativo sono diventate professioni scollegate dalle correnti artistiche, collegandosi invece al mondo del marketing in un contesto in cui le leggi erano quelle di Mitzberg, Kotler, Boston Consulting e General Electric.
Oggi però anche quella fase è ormai passata. I principi classici del business si sono sgretolati, attraverso gli artisti è possibile utilizzare nuovi strumenti di lettura e cogliere le nuove opportunità.
Fare comunicazione seguendo le ricerche di mercato significa produrre messaggi provenienti dal passato, presentando alle persone ciò che chiedono anziché quello che chiederanno.
Al contrario, creare manifesti d’artista, comporre musiche originali, concepire eventi aziendali con una matrice artistica o attingere dal mondo cinematografico per realizzare spot e video istituzionali sono tutte risposte vincenti per una comunicazione efficace. Questo anche grazie alla ricerca continua che gli artisti svolgono costantemente nel mondo della sociologia, della psicologia, della filosofia, delle scienze, della comunicazione stessa. Ricerca sempre filtrata dalla loro attenta sensibilità che permette loro di trasformare i segnali del cambiamento in espressione artistica.
L’arte può entrare in azienda anche per arredare gli spazi e le pareti aziendali. L’estetica consente di stimolare le menti delle persone potenziandone la capacità di pensiero e aiutando quindi lo sviluppo creativo.
Se ben indirizzati, infine, gli artisti sono in grado di produrre idee davvero disruptive e figlie del divenire per fare innovazione, scrivendo il futuro che verrà.