Il contributo della Casa della carità alla campagna per superare la Bossi-Fini e vincere la sfida dell’immigrazione. (Scopri di più su:
CasaDellaCarità.org)
Le proposte
La Casa della carità è uno dei promotori della campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene” perché vuole far emergere quel patrimonio di solidarietà che, per quanto a volte sia difficile da vedere, è fortemente diffuso e radicato nei nostri territori. L’alternativa è lasciare campo a paura e insicurezza, che alimentano xenofobia e razzismo, soprattutto tra quelle fasce segnate da povertà, sofferenza ed esclusione.
Occorre dimostrare concretamente, sui territori, nella vita di ogni giorno, che la percezione del fenomeno migratorio come pericolo e la sua gestione emergenziale sono degli errori, ai quali va contrapposta l’idea che un’accoglienza diffusa e di qualità è capace di allargare la cittadinanza, renderla inclusiva e promuovere coesione e sicurezza, per tutti. Dobbiamo ripetere, ancora più forte, a sempre più persone, che le migrazioni sono un fenomeno strutturale al quale non possiamo più permetterci di dare risposte emergenziali.
Proponiamo soluzioni concrete e realizzabili, con un duplice obiettivo: da un lato, garantire migliori condizioni di vita alle persone che cercano un futuro nel nostro Paese senza gravare sulle fasce più deboli della popolazione; dall’altro, combattere a livello culturale la presa che le politiche di chiusura hanno su porzioni crescenti di cittadinanza.
Il valore aggiunto di questo movimento culturale consiste in una alleanza ampia e forte tra realtà che, pur appartenenti a culture diverse, trovano un terreno comune: sindaci e istituzioni, espressioni della società civile, realtà dell’associazionismo e del terzo settore, parrocchie, associazioni imprenditoriali e sindacali, centri culturali, comunità immigrate già integrate, e altri ancora, insieme per garantire diritti a chi non ne ha e per promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione, l’unica di fatto a produrre coesione sociale.
Questi gli obiettivi della campagna:
Unificazione nello SPRAR del sistema di accoglienza
Siamo ormai da tempo sommersi da casi di cattiva accoglienza. Esistono e non bisogna mai smettere di denunciarli. C’è però un’altra faccia dell’accoglienza e ben più positiva. Va raccontata il più possibile, proprio attraverso un osservatorio capace di individuare e diffondere le buone pratiche, affinché vengano il più possibile replicate. Lo squilibrio a favore dei Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria) è ancora troppo forte: l’obiettivo deve essere riunificare nello SPRAR l’intero sistema privilegiando forme di accoglienza diffusa in realtà di piccole dimensioni. Le persone che sbarcano sulle nostre coste oggi saranno i nostri concittadini di domani. Accogliere, quindi, non significa ospitare in maniera assistenzialistica, ma promuovere percorsi di autonomia e diritti, mediante iniziative di scolarità, di formazione professionale, di lavoro dignitoso e di coinvolgimento nel volontariato, partendo dall’idea che queste persone possano essere una risorsa.
Cittadinanza
Da troppi anni, il nostro Paese non adegua la sua legislazione sull’acquisizione della cittadinanza al mutato contesto sociale e troppi cittadini di fatto non sono riconosciuti tali dall’ordinamento.
Nuove modalità di ingresso e contrasto all’irregolarità
A fronte di flussi migratori sempre più “misti”, creare una divisione tra richiedenti asilo e “migranti economici” è difficile, anacronistico e inefficace. È necessario assicurare l’accesso alle domande di protezione e una procedura di esame più rapida ma che rispetti tutte le garanzie previste dal diritto nazionale e internazionale. Nello stesso tempo, serve una revisione completa dei canali ordinari di ingresso per lavoro, ormai da anni pressoché totalmente inefficaci con l’inevitabile conseguenza di favorire l’irregolarità. Il reato di immigrazione clandestina, che è ingiusto, inutile e controproducente, va abrogato al più presto. Quanto ai rimpatri, la necessità di renderli effettivi non può costituire giustificazione per accordi internazionali stipulati, senza il controllo del Parlamento, con paesi che violano i diritti umani e non rispettano il diritto internazionale.
La legge di iniziativa popolare
“Ero straniero – L’umanità che fa bene” sostiene una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare intitolata “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”.
Per sottoporla al Parlamento sono necessarie 50mila firme. Questa la sintesi delle proposte:
Permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione e attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari
S’introduce il permesso di soggiorno temporaneo (12 mesi) da rilasciare a lavoratori stranieri per facilitare l’incontro con i datori di lavoro italiani e per consentire a coloro che sono stati selezionati, anche attraverso intermediari sulla base delle richieste di figure professionali, di svolgere i colloqui di lavoro. L’attività d’intermediazione tra la domanda di lavoro delle imprese italiane e l’offerta da parte di lavoratori stranieri può essere esercitata da tutti i soggetti pubblici e privati già indicati nella legge Biagi e nel Jobs Act (centri per l’impiego, agenzie private per il lavoro, enti bilaterali, università, ecc.), ai quali sono aggiunti i fondi interprofessionali, le camere di commercio e le Onlus, oltre alle rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero.
Reintroduzione del sistema dello sponsor (sistema a chiamata diretta)
Si reintroduce il sistema dello sponsor, originariamente previsto dalla legge Turco Napolitano, anche da parte di singoli privati per l’inserimento nel mercato del lavoro del cittadino straniero con la garanzia di risorse finanziarie adeguate e disponibilità di un alloggio per il periodo di permanenza sul territorio nazionale, agevolando in primo luogo quanti abbiano già avuto precedenti esperienze lavorative in Italia o abbiano frequentato corsi di lingua italiana o di formazione professionale.
Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”
Si prevede la regolarizzazione su base individuale degli stranieri che si trovino in situazione di soggiorno irregolare allorché sia dimostrabile l’esistenza in Italia di un’attività lavorativa (trasformabile in attività regolare o denunciabile in caso di sfruttamento lavorativo) o di comprovati legami familiari o l’assenza di legami concreti con il paese di origine, sul modello della Spagna e della Germania. Tale permesso di soggiorno per comprovata integrazione dovrebbe essere rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già previste per il “permesso attesa occupazione” e nel caso in cui lo straniero, in mancanza di un contratto di lavoro, dimostri di essersi registrato come disoccupato, aver reso la dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro concordate con il centro per l’impiego. Si prevede inoltre la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno per richiesta asilo in permesso di soggiorno per comprovata integrazione anche nel caso del richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso fruttuoso di formazione e di integrazione.
Nuovi standard per riconoscere le qualifiche professionali
Il riconoscimento delle qualifiche professionali deve avvenire non solo su base del titolo acquisito all’estero, ma anche attraverso procedure di accertamento standardizzate che permettano la verifica delle abilità e delle competenze individuali acquisite mediante precedenti esperienze professionali.
Misure per l’inclusione attraverso il lavoro dei richiedenti asilo
Si prevede di ampliare il sistema Sprar puntando su un’accoglienza diffusa capillarmente nel territorio con piccoli numeri, rafforzando il legame territorio/accoglienza/inclusione attraverso tre azioni essenziali: apprendimento della lingua, formazione professionale, accesso al lavoro. Si introducono misure per aumentare, a beneficio di tutti, l’efficacia dei centri per l’impiego, da finanziare con i fondi europei Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione), a partire dall’aumento del numero degli addetti e la creazione di sportelli con operatori e mediatori specializzati nei servizi rivolti a richiedenti asilo e rifugiati.
Godimento dei diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati
Ai lavoratori extracomunitari che decidono di rimpatriare definitivamente – a prescindere da accordi di reciprocità tra l’Italia e il paese di origine – va garantito il diritto a conservare tutti i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati in modo che possa goderne, al verificarsi della maturazione dei requisiti previsti dalla normativa vigente, anche in deroga al requisito dell’anzianità contributiva minima di vent’anni.
Uguaglianza nelle prestazioni di sicurezza sociale
Vengono eliminate tutte le disposizioni che richiedono, per l’accesso a molte prestazioni di sicurezza sociale (assegno di natalità, indennità di maternità di base, sostegno all’inclusione attiva ecc.), il requisito del permesso di lungo periodo, tornando al sistema originario previsto dall’art. 41 del T.U. immigrazione che prevedeva la parità di trattamento nelle prestazioni per tutti gli stranieri titolari di un permesso di almeno un anno.
Garanzie per un reale diritto alla salute dei cittadini stranieri
Sono previsti interventi legislativi a livello nazionale affinché tutte le Regioni diano completa e uniforme attuazione a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di accesso alle cure per gli stranieri non iscrivibili al Sistema sanitario nazionale (SSN).
In particolare si chiede: piena equiparazione dei diritti assistenziali degli stranieri comunitari a quelli degli extracomunitari, coerentemente con i LEA, e inclusa la possibilità di iscrizione al medico di medicina generale, onde garantire la continuità delle cure, e il riconoscimento ai minori, figli di cittadini stranieri, indipendentemente dallo stato giuridico, degli stessi diritti sanitari dei minori italiani.
Effettiva partecipazione alla vita democratica
Si prevede l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.
Abolizione del reato di clandestinità
Si abolisce il reato di clandestinità, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.