«Anche se la battaglia di Mosul sta giungendo al termine, le profonde cicatrici dei bambini, fisiche e mentali, avranno bisogno di tempo per guarire.

Circa 650.000 bambini e ragazzi, che sono passati attraverso l’incubo delle violenze a Mosul, hanno pagato un prezzo altissimo e hanno vissuto troppi orrori negli ultimi tre anni», ha dichiarato Hamida Ramadhani Vice Rappresentante UNICEF in Iraq.

«Alcuni bambini continuano a soffrire nelle sacche di violenza persistenti nella zona vecchia di Mosul ovest.

Un dottore con cui abbiamo parlato ci ha riferito che neonati, anche di una settimana, bambini e mamme erano feriti e coperti di polvere e terra, alcuni anche malnutriti: questo è il prezzo che i bambini stanno pagando dopo aver vissuto per circa 10 mesi sotto intensi combattimenti.

Negli ultimi tre giorni, l’UNICEF e i suoi partner hanno visto un aumento del numero di minorenni non accompagnati estremamente vulnerabili che arrivano nelle strutture mediche e nelle zone di accoglienza. Alcuni bambini portati in queste strutture sono stati trovati soli fra le macerie.

I bambini e i neonati non accompagnati che arrivano nei centri per le vittime di trauma e nei punti di raccolta vengono immediatamente indirizzati verso l’UNICEF o altre organizzazioni umanitarie, in modo che possano essere assistiti e, quando possibile, riunificati alle loro famiglie.

I bisogni e il futuro dei bambini devono rimanere le priorità nei prossimi mesi e settimane.

L’UNICEF rinnova il suo invito a tutte le parti in conflitto in Iraq a considerare i bambini in quanto bambini, ovunque siano nati, e di chiunque siano figli.

Per loro è arrivato il momento di guarire, superare i traumi, riunirsi alle loro famiglie e recuperare una parte della loro infanzia perduta» ha concluso Hamida Ramadhani Vice Rappresentante UNICEF in Iraq

La risposta dell’UNICEF:

L’UNICEF, lavorando con i suoi partner, è riuscito a riunificare con le loro famiglie 1.333 bambini da Mosul non accompagnati o separati.

L’UNICEF inoltre sta distribuendo supplementi nutrizionali d’emergenza, vaccinando contro le malattie e fornendo kit di emergenza.

L’UNICEF sta distribuendo ogni giorno acqua a mezzo milione di persone: 5,2 milioni di litri al giorno a famiglie sfollate in campi e siti di emergenza, e 3,3 milioni di litri al giorno a Mosul Est e Ovest e nelle aree vicine.

Quando ritornano alle loro case, i bambini, alcuni dei quali non hanno frequentato la scuola per tre anni, hanno bisogno di ricominciare il percorso formativo formale o rischiamo di perdere un’intera generazione. Ad oggi, l’UNICEF ha supportato la riapertura di 470 scuole a Mosul Est e Ovest, di cui hanno beneficiato 364.500 bambini.

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