Il direttore di Amnesty International Italia, Gianni Rufini, ha commentato in una nota ufficiale l’omicidio di Ester Pasqualoni, avvenuto a Sant’Omero in provincia di Teramo il 21 giugno.
“La donna uccisa in provincia di Teramo, ad opera di un uomo che l’aveva perseguitata e contro cui lei aveva sporto due volte denuncia – ha commentato il direttore –, rappresenta l’ennesimo caso di una vittima che tenta ripetutamente di ottenere la protezione delle forze di polizia e della magistratura, senza riuscirci”.
Femminicidio: la nostra campagna
In Italia, negli ultimi, il numero di omicidi compiuti da uomini su altri uomini è diminuito, mentre è rimasto costante il numero di donne uccise per mano di un uomo: oltre 100 ogni anno. In circa la metà dei casi, il colpevole è un partner o ex partner mentre solo in circostanze rare si tratta di una persona sconosciuta alla donna. La violenza domestica non viene denunciata in oltre il 90 per cento dei casi.
Nel giugno 2013 l’Italia ha ratificato il principale strumento internazionale in materia, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla violenza contro le donne (o Convenzione di Istanbul), entrata in vigore il 1° agosto 2014.
Nell’agosto 2013 il decreto legge n.93 (poi convertito, con modifiche, con legge n. 119 del 15 ottobre 2013) sul contrasto della violenza di genere, rappresenta la normativa nazionale di riferimento sul tema.
Femminicidio: cosa chiediamo
“Non stupisce che tante altre vittime rinuncino perfino a denunciare i propri aguzzini, vista la sostanziale inutilità del gesto – ha concluso il direttore di Amnesty International Italia –. Di fronte al numero esorbitante di femminicidi compiuti nel nostro paese, lo stato ha il dovere di garantire una protezione efficace e assoluta alle donne che trovano il coraggio di ribellarsi a persecuzioni e violenze”.
Con la campagna “Diritti umani in Italia“, proprio in merito alla violenza sulle donne chiediamo:
politiche a lungo termine di prevenzione e sensibilizzazione sociale idonee a promuovere una rappresentazione non stereotipata delle donne e degli uomini nell’immaginario comune.
risorse economiche adeguate per il piano d’azione straordinario previsto all’art. 5 della legge n.119 del 2013, che, attualmente, sono insufficienti a garantire gli obiettivi prefissati.
sistema di raccolta di dati statistici disaggregati sul fenomeno, per garantire analisi standardizzate e periodiche.