Diminuiscono le emissioni di gas serra nell'Europa dei 15: nel 2005 il taglio è stato del 2% rispetto al 1990. Tra il 2004 e il 2005 la diminuzione è stata pari a 35,2 milioni di tonnellate, lo 0,8%. L'Italia ha registrato, sempre nel 2005, una crescita del 12,1% anche se nel 2006 ci sono segnali di riduzione. Queste le conclusioni che emergono dalla lettura dell'Inventario europeo dei gas serra, elaborato dall'Agenzia Europea per l'Ambiente (Aea) e che costituiranno una delle basi di analisi per le soluzioni che verranno fuori dalla Conferenza nazionale Cambiamenti Climatici, promossa dal ministero dell'Ambiente e organizzata da Apat per il 12 e 13 settembre a Roma.
Nonostante i dati di riduzione dei gas serra, però, Kyoto «é ancora lontano non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa», afferma il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, sottolineando come l'inversione di tendenza italiana dell'ultimo anno (-1,6% secondo i dati dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente, Apat) «é un primo segnale importante, ma occorre rafforzare le politiche che già abbiamo avviato per le rinnovabili, la ricerca di tecnologie pulite, mobilità sostenibile, eco-efficienza nelle abitazioni e la lotta alle discariche incontrollate».
A dividere l'Europa, e l'Italia, da Kyoto c'é infatti un buon 4%. Infatti, spiega il coordinatore scientifico della Conferenza 2007 sul clima, Vincenzo Ferrara, «in base al Protocollo di Kyoto, nel 2005 le emissioni avrebbero dovuto calare non del 2%, ma del 6%. Quindi, se il trend si mantiene così come viene descritto dal rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente, al 2010, a metà del periodo di verifica del protocollo di Kyoto (2008-2012), il taglio delle emissioni non supererà il 2,7% rispetto ai livelli del 1990. Ben lontano dall'obiettivo dichiarato dell'8% in meno».