E’ ora disponibile una nuova analisi sull’economia cooperativa che aggiorna i risultati del Terzo Rapporto offrendo un quadro della rilevanza delle cooperative nel 2014 e della loro dinamica nel biennio 2013-2014 con l’obiettivo di verificare le conseguenze delle scelte compiute negli anni precedenti, non solo sui livelli produttivi ed occupazionali, ma anche sulla struttura patrimoniale e l’equilibrio finanziario di queste organizzazioni. (Scopri di più su:
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L’analisi che presentiamo oggi introduce due importanti novità: l’allargamento del campo di osservazione alle imprese controllate da una cooperativa, consentendo quindi un passo avanti nella misurazione delle dimensioni dell’economia cooperativa nel suo complesso; l’analisi delle performance economico-finanziarie e dei livelli occupazionali non solo del settore cooperativo nel suo complesso, ma anche per le diverse tipologie di cooperative previste dall’Albo delle Cooperative istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Confermata la funzione anticiclica delle cooperative
I dati elaborati confermano i risultati ottenuti per il periodo 2011-2013 ed evidenziano, anche per il 2014, la funzione anticiclica delle cooperative e dei loro consorzi mettendo in luce, tuttavia, alcune difficoltà patrimoniali legate al perdurare della crisi economica.
Nel 2014, le cooperative ed i consorzi cooperativi hanno registrato un valore della produzione rispettivamente di 86,5 e 16 miliardi di euro ed un valore aggiunto di 23,5 e 1,2 miliardi di euro che, sommati ai 3,3 miliardi di valore aggiunto delle banche di credito cooperativo, danno un valore aggiunto complessivo della cooperazione di 28 miliardi di euro. Fondamentale al raggiungimento di questo risultato è stato l’apporto delle cooperative di grandi dimensioni: i dati evidenziano infatti che le 170 cooperative con un valore della produzione superiore ai 50 milioni di euro hanno generato poco meno della metà del valore della produzione (41,7 miliardi di euro) e più di un terzo (6 miliardi) del valore aggiunto del settore nel suo complesso.
Tassi di crescita positivi per il valore aggiunto cresciuto, che tra il 2013 ed il 2014, del +4,9% rispetto al +0,3% registrato dall’economia italiana. Ancora più rilevante è risultato l’incremento dei redditi da lavoro dipendente (+7% per le cooperative), confermando che nella distribuzione del reddito ai fattori le cooperative privilegiano il lavoro, anche a scapito dell’avanzo di gestione e, di conseguenza, anche dei livelli di patrimonializzazione.
Rilevante anche il contributo all’occupazione: 1 milione e 800 mila posizioni lavorative attivate nel corso del 2014, pari a 891 mila lavoratori equivalenti full-time, con una crescita del 3% rispetto al 2013 e un contributo all’occupazione nei settori extra-agricoli dell’8,4%.
La produzione e lavoro ed il comparto sociale trainano la cooperazione italiana
A questi risultati vanno aggiunti quelli delle oltre 1.563 imprese controllate da una cooperativa – attive soprattutto nei settori del commercio, delle costruzioni e dei servizi alle imprese – che, nel 2014, hanno generato un valore della produzione ed un valore aggiunto rispettivamente di 14 e 2,8 miliardi di euro e creato oltre 89 mila posizioni lavorative, pari a 51 mila lavoratori equivalenti full-time. Ciò porta il valore aggiunto dell’economia cooperativa, così come desumibile dai bilanci pubblicati, a 30,8 miliardi di euro – pari al 2,1% del totale nazionale e al 2,7% del valore aggiunto del settore privato italiano – e l’occupazione complessiva a 942 mila lavoratori equivalenti full-time, con un impatto dell’economia cooperativa sull’occupazione complessiva nei settori extra-agricoli dell’8,9%.
Per quanto riguarda i singoli settori cooperativi, le analisi evidenziano che sono due i settori che trainano la cooperazione italiana: la produzione e lavoro ed il comparto sociale. Nel 2014, questi settori hanno generato il 70% del valore aggiunto complessivo – rispettivamente 9,8 e 7,4 miliardi di euro – ed hanno occupato il 67% dei lavoratori equivalenti full-time attivati dalle cooperative italiane. A questi settori si aggiunge poi il contributo non trascurabile delle cooperative di conferimento di prodotti agricoli (71 mila lavoratori equivalenti full-time), delle banche di credito cooperativo (32 mila lavoratori) e del consumo (29 mila lavoratori).
Proprio al settore del credito è dedicato, infine, il terzo capitolo del Rapporto che, grazie alla collaborazione con Federcasse, offre un aggiornamento della situazione con riguardo a patrimonializzazione, reddittività e qualità del credito delle banche di credito cooperativo (BCC) al 2015.