Inchiesta: le Regioni più “social” d’Italia. La Puglia risulta la regione più “social” d’Italia, seguita dalla Emilia-Romagna e dalla Lombardia per numero di iscritti (in valore assoluto) ai canali più popolari: facebook, twitter, youtube. (Scopri di più su: OsservatorioSocialis.it)

È questo il primo dato dello studio, promosso dall’Osservatorio Socialis e condotto da Anelim Del Monaco, vincitrice del Premio Socialis 2016, effettuato sui 20 portali delle Regioni italiane e chiuso alla data dell’ 11 maggio 2017, per verificare se e quanto, già dalla home page, vengano evidenziati i social più popolari per comunicare ed interagire con i cittadini, e con quali risultati in termini di followers ed iscritti.

Nel computo pubblicato nelle tabelle sono indicati i social network che sono linkati all’interno dei siti internet delle regioni italiane (link alla pagina Facebook e all’account Twitter e YouTube).

Se è presente il collegamento ipertestuale al canale social, sono indicati anche i numeri relativi a “mi piace” o follower.

Il gradino più alto del podio per followers del profilo Facebook va al Piemonte (84.600 iscritti), al secondo posto la Campania (n. 82.488), al terzo la Lombardia (72.642 followers).

Per Twitter all’Emilia Romagna il primo posto (86.500 iscritti), alla Puglia il secondo (85.200 iscritti), il terzo gradino è occupato dalla Lombardia (53.000 iscritti).

Youtube è numericamente meno significativo, ma il gradino più alto lo guadagna la Lombardia (774 iscritti), al secondo posto il Lazio (744 iscritti), terzo gradino per l’Emilia Romagna (713 iscritti).

Dall’analisi tuttavia emerge che la strada verso l’utilizzo dei Social Network da parte delle amministrazioni regionali, come canale privilegiato per dialogare con i cittadini e come strumento diretto di partecipazione e rendicontazione, sia ancora tutta da costruire. Molti followers fanno numero, ma hanno il profilo bloccato e non interagiscono.

Dall’altra parte, i portali di Calabria, Sicilia ed Umbria non hanno un collegamento diretto ai Social Network di riferimento, mentre altre regioni, pur presidiando alcuni canali, dimostrano un marcato disinteresse, con un tasso di coinvolgimento quasi nullo sull’aggiornamento delle informazioni.

Tutto da migliorare, dunque. D’altra parte lo studio sottolinea come l’uso degli strumenti web possa rappresentare contemporaneamente una sfida e un’opportunità per la P. A.

Essi consentono innanzitutto di avvicinarsi alle generazioni dei più giovani, che rappresentano la classe produttiva e politica del domani; inoltre, questi nuovi strumenti sono in grado di rinnovare la quotidianità operativa delle P.A., consentendo di migliorare la qualità dei servizi pubblici grazie al contributo e alla collaborazione degli utenti.

Partecipazione, collaborazione e condivisione dovrebbero diventare le parole chiave del processo di comunicazione e interazione tra amministrazioni e cittadini.

“Qualunque organizzazione (pubblica o privata che sia) – spiega Anelim del Monaco, autrice dello studio – che si prefigge una finalità sociale, prima di definire gli obiettivi dell’azione, deve ascoltare i soggetti ai quali intende rivolgersi, per conoscerne le attese e diminuire i rischi d’insuccesso. In più, l’individuazione degli interlocutori rilevanti e la continua interazione con essi, rende le relazioni simmetriche e riduce l’impiego di risorse economiche”.

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