Dopo la tregua di ottobre tra Face e Birdlife, è scontro tra cacciatori e ambientalisti. Per Legambiente e Arcicaccia l'atteggiamento delle associazioni venatorie è irresponsabile. E alimenta una "battaglia" che la legge del 1992 aveva superato
Sì alla riforma della legge sulla caccia, no alle strumentalizzazioni degli ambientalisti. I cacciatori scendono in campo per difendere «da obiezioni inconsistenti e faziose» l'accordo firmato a Bruxelles il 12 ottobre scorso tra Face (Federazione associazioni cacciatori europei) e Birdlife International. «I tentativi di utilizzare l'accordo per farne artificiosamente derivare una sorta di diniego alla modifica della legge italiana 157/92, in particolare per ciò che riguarda i tempi della stagione venatoria - ha riferito Face Italia - sono infondati e malposti poiché l'accordo rimanda, confermandoli, ai contenuti della direttiva e della guida interpretativa, che non sono di alcun ostacolo all'estensione della stagione venatoria, per decadi e per specie, al mese di febbraio». Il presidente di Face, Gilbert De Turckheim, ha auspicato che «i legislatori italiani non perdano l'importante occasione che oggi si presenta, lontani da ogni demagogica strumentalizzazione». Federcaccia ha ricordato l'impegno sul territorio con Corpo Forestale e Protezione Civile. «Abbiamo messo a disposizione oltre 4.000 guardie e 7.000 sezioni come presidio della natura». Per il vicepresidente di Face, Giovanni Bana, «bisogna mettere insieme correnti di pensiero diverse e questo fa l'accordo Ue firmato con Birdlife, ma è mancato il dialogo con gli ambientalisti che non hanno voluto accogliere il nostro invito».
Non la pensa così il mondo ambientalista, che protesta contro la nuova possibile legge e torna all'attacco delle doppiette dopo la tregua sancita dall'accordo dell'ottobre scorso. Legambiente e Arci Caccia parlano di «controriforma che va ritirata» e invitano Berlusconi a far conoscere il suo parere a difesa della fauna e della caccia sostenibile. Secondo le due associazioni è «irresponsabile l'atteggiamento delle associazioni venatorie aderenti a Face Italia che continuano ad alimentare la riapertura di uno scontro sociale che l'equilibrata riforma del 1992 aveva consentito di superare». Il Wwf parla di «nuova legge sulla caccia a tappe forzate con Forza Italia ostaggio elettorale di An e Lega». Secondo il Panda «il tentativo è quello di presentarsi alla campagna elettorale con la nuova legge approvata da almeno un ramo del Parlamento. An e Lega intendono in questo modo rispettare gli impegni assunti con il mondo venatorio che da tempo chiede una la stagione di caccia più estesa, più specie cacciabili, più libertà di movimento sul territorio nazionale per cacciare anche al di fuori dell'ambito venatorio assegnato a ciascun cacciatore».
Polemica anche la Lipu che si chiede come sia «possibile affermare che la riforma della legge 157 non contrasti con le norme Ue e con l'accordo di Bruxelles?». Replicando a Face Italia, la Lega per la protezione uccelli afferma che «la proposta italiana introduce nel testo ufficiale 2 specie fuori allegato della direttiva, dunque non cacciabili». Per il presidente degli Animalisti italiani, Walter Caporale, «l'utilizzo di questo accordo in modo illegittimo, distorto e demagogico non fa altro che creare confusione e scarsa chiarezza». Secondo Annamaria Procacci dell'Enpa «i cacciatori dovrebbero vergognarsi. La legge sulla caccia che si vuole far passare è aberrante».
La Nuova Ecologia, 9 febbraio 2005