CAPODARCO DI FERMO - Fa discutere in questi giorni il tema della sicurezza nelle grandi città; dopo le prese di posizione di alcuni amministratori, oggi il governo discute un pacchetto di misure per liberare le strade da ambulanti e mendicanti. Il presidente della Comunità di Capodarco, don Vinicio Albanesi, ha inviato una lettera aperta ai sindaci di Roma, Torino, Bologna e Firenze, "uomini di sinistra". "Vi siete accorti dei lavavetri, della micro e macro criminalità, dell'immigrazione clandestina, delle vendite abusive, della prostituzione e avete deciso di dire basta, invocando il rispetto delle regole".
Ma secondo don Albanesi "il lato debole" delle iniziative adottate dalle amministrazioni "è il doppio passo" usato nei confronti dei cittadini. "Voi - scrive - non invocate sempre legalità, ma sopportate molte illegalità sul vostro territorio, quando esse sono a beneficio degli abitanti "doc": abusivismo nell"edilizia, nel commercio, nella pubblicità, nell'uso dei beni pubblici, nell'accoglienza etc.
Non controllate, come dite, il vostro territorio, ma sopportate (e alimentate) una diffusa legale illegalità. Siete molto prudenti o assenti nei confronti dei ceti che contano: diventate severi se i livelli di illegalità "disturbano" l'equilibrio dell'illegalità nostrana".

Si parte, spiega don Albanesi, "non dalla testa, ma dalla coda". "Era più semplice sforbiciare gli estremi. - scrive - Con le vostre iniziative vi ponete nell'antica tradizione della tutela dei benestanti: avrete consensi e il pensiero unico vi accompagnerà per le prossime amministrazioni. Abbiate almeno il buon senso di non invocare giustizia, ma il diritto dei più a non essere disturbati.
Così il prezzo della bottiglietta di acqua delle vostre città continuerà a salire nel prezzo; come il posto letto per lo studente fuori sede. Il costo dei parcheggi andrà alle stelle e le multe ingrasseranno le casse municipali.
Gli immigrati lavoratori continueranno a vivere nelle stamberghe abbandonate e le prostitute povere avranno, finalmente, strade tutte loro. E se sono minorenni, pazienza". "Non è esattamente la politica sociale che sognavamo: - conclude la lettera - ma ogni sogno invoca speranza e a questa continuiamo ad appellarci".

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