E’ ormai da poco meno di un anno che oltre 30 organizzazioni hanno dato vita a una campagna sui Human Rights Defenders (HRD) che si è da poco trasformata nella rete
“In Difesa Di – per i diritti umani e chi li difende”. Questi soggetti lavorano da anni su temi di cooperazione e solidarietà internazionale, ambiente, diritti umani e civili, sostenendo avvocati, attivisti ed attiviste, giornalisti minacciati in ogni parte del mondo a causa del loro impegno per i diritti umani. (Scopri di più su:
ARCSCultureSolidali.org)
- di Franco Uda, vicepresidente ARCS
E’ allarmante il quadro che ci viene consegnato dal nostro lavoro di relazione e sul campo, e nel
rapporto prodotto nel 2015 dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite sugli Human Rights Defenders, Michel Forst. Il lavoro del Relatore Speciale si unisce ad una serie di importanti prese di posizione ed iniziative a livello di Onu e Ue. A livello internazionale, nel 1998 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una
dichiarazione per proteggere gli attivisti per i diritti umani, mentre nel 2015 il Consiglio Onu sui Diritti Umani ha adottato una risoluzione a larghissima maggioranza sul tema. Ricordiamo anche che nel 2004 l’Ue ha adottato propri “orientamenti” sui Difensori dei Diritti Umani, dotandosi di vari strumenti di pressione e tutela a favore degli attivisti dalle missioni sul campo, alle attività di monitoraggio dei processi, ai contatti e dialogo politico con le autorità locali (le cosiddette
“demarches”).
L’Unione ha anche predisposto una Piattaforma di Coordinamento per l’Asilo Temporaneo dei Difensori dei Diritti Umani (
European Union Human Rights Defenders Relocation Platform – Eutrp).
Irlanda, Finlandia, Spagna, ed Olanda e Repubblica Ceca sono stati tra i paesi più attivi nello sforzo di dare attuazione a queste linee guida, poi recepite anche da Francia ed Inghilterra e da paesi quali Svizzera e Norvegia. Molti di questi paesi hanno già programmi di protezione dei difensori dei diritti umani e di “asilo temporaneo” per chi dovesse lasciare il suo paese per un determinato periodo di tempo.
Pensiamo – ed è tra gli scopi della nostra rete – che sia giunto il momento anche per il nostro Paese di adottare strumenti a tutela degli Human Rights Defenders. Si potrebbe ambire ad un ruolo ed a politiche efficaci per la protezione dei difensori dei diritti umani, tutelando anche diritti e libertà fondamentali che la Costituzione italiana sancisce e difende.
I costi economici di tale scelta sono limitati, mentre il prestigio guadagnato da uno Stato che protegge i difensori dei diritti umani è elevato. L’Italia potrebbe diventare la casa di molti difensori da proteggere e ritrovare quel ruolo di Paese mediatore che ne ha contraddistinto per anni la politica estera nel Mediterraneo e non solo.
E’ quindi ora fondamentale che il nostro Paese si doti di strategie chiare ed efficaci e intraprenda una serie di passi necessari per dare attuazione agli orientamenti Ue ed ai pronunciamenti dell’Onu.