Bithi e Juthi, di nove e sette anni, sono sorelle. Il ricordo del loro papà è piuttosto sfuocato nella loro memoria: ne ricordano appena il nome, Wahid, dalla cui morte la famiglia si è frantumata.
La tragedia Era il 2004.
Come ogni giorno Wahid si reca al suo lavoro di manovale. Quella volta, però, non fa ritorno a casa: mentre è all'opera in un cantiere edile una scossa elettrica lo fulmina. Muore durante il trasporto in ospedale. Subito dopo la sua scomparsa, la madre abbandona le bambine e si sposa con un'altra persona. I nonni, del tutto dipendenti dal loro figlio più giovane, Emaz, rappresentano l'unico rifugio disponibile per le ragazze. Così, i quattro si trasferiscono a casa di Emaz, e condividono una piccola stanza.
«Emaz è un conducente di risciò e ha una famiglia con quattro bambini - racconta la nonna - Sua moglie è di nuovo incinta, così ha smesso di lavorare. In queste condizioni Emaz può in qualche modo provvedere al cibo e a una casa per Bithi e di Juthi, ma non può pagare loro le spese per la scuola». Le ragazze cominciano ad aiutare la zia nelle faccende domestiche. Bithi pulisce la casa, lava e bada alle capre nel campo. Juthi taglia la verdura e si occupa della cucina. Non c'era più spazio per andare a scuola.
La preoccupazione dei nonni
Il futuro delle ragazze preoccupa i nonni. «Voglio che le mie nipoti ricevano una buona istruzione, in modo da poter trovare un lavoro dignitoso che le renda indipendenti», dice la nonna. «Emaz ha i suoi limiti e non potrà occuparsi delle ragazze per sempre». I nonni ne parlano con i vicini e con altre persone della comunità, ma nessuno ha per loro una soluzione. Un giorno però un volontario del Centro di Sviluppo Sociale SOS di Rajshahi, durante il suo abituale monitoraggio della comunità, incontra i nonni e li informa sul programma di sostegno famigliare SOS.
«Sapere del lavoro svolto dal Centro Sociale SOS mi ha lasciato senza parole - spiega la nonna - Il centro SOS sostiene famiglie che hanno a capo donne sole o nonni, provvede all' istruzione dei bambini, mette a disposizione medicinali ed in alcuni casi anche cibo».
La nonna è felice ora: stringe le mani dei volontari e li bacia. «Allah vi benedica - dice -. Voi siete la nostra unica speranza».
Le ragazze cominciano ad andare a scuola
Ora, Bithi e Juthi vanno a scuola grazie al sostegno del Centro Sociale SOS di Rajshahi che si occupa della loro istruzione e offre loro il vitto e assistenza medica. Bithi è un'alunna di terza, Juthi è in prima. Le due ragazze ora sanno leggere e scrivere abbastanza bene e sognano di continuare gli studi superiori. Aiutano anche nelle faccende domestiche la loro zia durante il tempo libero. La vecchia ninna ci dice: «Sono riconoscente e grata al Centro Sociale SOS di Rajshahi per averci aiutato. E' una benedizione per le persone della comunità bisognose come noi».