Il solare cresce a ritmi vertigionosi, facendo registrare numeri che possono star dietro al preoccupante boom asiatico. Lo dice il "Solar Generation IV" il nuovo rapporto congiunto di Greenpeace ed Epia, l'Associazione dell'Industria Fotovoltaica Europea. Il rapporto fa il punto della situazione sullo sviluppo del settore fotovoltaico a livello mondiale. E ci racconta un futuro luminoso per l'energia solare.
Le potenzialità ci sono tutte: 300 miliardi di euro di fatturato all'anno e 6,5 milioni di posti di lavoro entro il 2030. Entro questa data, inoltre, l'intero comparto sarà in grado di soddisfare il 9,4 per cento del fabbisogno mondiale di elettricità; 2,9 i miliardi di persone beneficeranno dell'energia solare nei paesi in via di sviluppo. In termini di inquinamento il risparmio sarà notevole: si eviterà di immettere in atmosfera circa 6,6 miliardi di tonnellate di CO2, pari alle emissioni della Cina in un anno.
I Paesi leader nel settore sono il Giappone, la Germania e la California. L'Italia, invece, è indietro, ma non è sempre stato così. «Nel 1996 eravamo al quarto posto mondiale - ricorda Giuseppe Onufrio, responsabile delle campagne di Greenpeace - . Quando è stata inaugurata la centrale di Serre Persano, all'epoca la più grande del mondo, il 70 per cento dei pannelli era tecnologia italiana e il restante 30 per cento rappresentava un campionario della concorrenza che doveva servire a progredire ancora.
Invece è arrivato improvviso l'alt: abbiamo smantellato l'industria fotovoltaica e quella eolica proprio quando partiva il business». C'è molto da recuperare, ma il fotovoltaico sta diventando un affare e il mercato in espansione potrà creare nuovi spazi. Ora servono azioni concrete da parte della politica e un sistema struttarato di incentivi.