Se la solidarietà si scontra con la ‘ragion di stato’, la vittima è la società civile. Tutta. (Sciopri di più su:
ARCScultureSolidali.org)
Dal 23 al 25 marzo la società civile italiana solidale, insieme ad alcune reti sociali europee, a Roma si confronterà e si presenterà all’opinione pubblica con un manifesto e con le ragioni della giustizia globale, della pace e dei diritti umani, dell’accoglienza: per ricordare, a 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma che segnarono la nascita della CEE, che vogliamo “La Nostra Europa, unita-democratica-solidale”.
L’Arci è tra le associazioni promotrici delle giornate di mobilitazione civile, dibattiti, confronti e anche manifestazioni pacifiche. ARCS sarà a fianco della sua associazione. Tutto questo avviene con una settimana, questa, in cui di nuovo sono ripartiti gli attacchi di alcuni media nazionali non di partito, né xenofobi dichiarati, rivolti contro l’incessante impegno delle ong italiane per salvare le vite delle genti in fuga dalla guerra e dalla povertà, abbandonate dagli scafisti nelle acque tormentate del Mediterraneo.
Ieri La Stampa e La7 (l’indecente trasmissione #gabbiaopen) hanno ‘rilanciato’ gli attacchi a sostegno della vergognosa affermazione del coordinatore dell’Agenzia Europea Frontex, secondo cui le ong, a suo parere sospettatamente sostenute da falsi filantropi internazionali (Soros?), hanno qualche contatto e compromissione con le organizzazioni mafiose che controllano gli scafisti: per organizzare il ‘teatrino della solidarietà’ a pro loro. Queste illazioni vergognose a mio parere non sono più estemporanee esternazioni, perché non è Libero che scrive, sono giornali, testate e tv private importanti e seguite dall’opinione pubblica.
Di fatto le organizzazioni coinvolte in questo immane sforzo di salvare vite umane sono sole e per questo deboli, perché la ‘ragion di stato’ del nostro Governo si limita a brevi dichiarazioni di circostanza ‘indignate’ (se lo fa). L’unica voce controcorrente che ha risposto con veemenza al capo di Frontex è stata quella del Vice Ministro alla Cooperazione Internazionale, Mario Giro, in post sui social e in alcuni interventi su testate minori.
E l’Europa istituzionale dell’Alto Commissario Federica Mogherini, che pure ricorda spesso di provenire dalle fila della società civile solidale, sta in assoluto silenzio. Il 25 marzo bisognerà ribadire con autorevolezza che la società civile non si vuol piegare ad una ‘ragion di stato’ che mette al centro la sicurezza dei suoi cittadini intesa come blocco delle frontiere ai migranti e profughi: perché la sicurezza di tutti è invece una politica di pace e accoglienza, di diritti tutelati e di pazzi xenofobi sconfitti.
Per arginare il terrorismo e le violenze, gli attacchi alla democrazia. L’Austria e l’Olanda con le elezioni hanno certo bloccato la presa del potere da parte delle forze xenofobe: ma queste comunque sono andate avanti nel raccogliere consensi, di fronte agli storici partiti democratici che non sanno scegliere tra demagogia e coraggio della solidarietà. #iostoconlasocietacivile